Il Montenegro è pronto a chiudere le frontiere

Migrants and refugees walk on January 8,...Migrants and refugees walk on January 8, 2016 after crossing the Macedonian border in the Serbian village of Miratovac. Migrants and refugees are facing deteriorating weather conditions as they make their way to the EU via the Balkans. Despite cold and heavy rain, thousands of migrants continue to arrive in Serbia. More than a million refugees and migrants arrived in Europe in 2015 in the worst crisis of its kind to face the continent since World War II. / AFP / ARMEND NIMANIARMEND NIMANI/AFP/Getty Images
Anche il Montenegro si è detto pronto a chiudere le frontiere qualora altri Stati della penisola balcanica dovessero trovarsi nelle condizioni di bloccare gli accessi dei migranti. La Slovenia, nel frattempo, ha concesso poteri speciali ai militari schierati a difesa dei confini, mentre il cancelliere austriaco Faymann è intervenuto a difesa della Macedonia.

Nei giorni scorsi, il premier montenegrino Milo Djukanovic ha confermato all’agenzia britannica Reuters che se alcuni paesi balcanici (come hanno già annunciato Macedonia, Albania e Bosnia) chiuderanno le dogane, anche il piccolo Stato affacciato sull’Adriatico prenderà in considerazione un “innalzamento” delle barriere ai confini. “Una scelta obbligata dall’esigenza di evitare un ingresso incontrollato di migranti e rifugiati nel territorio del Montenegro” ha spiegato il premier, durante la sua visita a Trieste.

Una situazione ormai insostenibile per le “fragili democrazie” che si stanno facendo strada nella penisola balcanica, tanto che i paesi dell’Unione europea stanno cercando soluzioni e stipulando accordi per far fronte alle pressioni che i flussi migratori esercitano sui confini di queste piccole nazioni di frontiera. “La Macedonia non è, e non può diventare, il confine esterno (ed estremo, ndr) dell’Unione europea – ha chiosato il cancelliere austriaco Werner Faymann sul quotidiano KurierLa Slovenia, la Croazia e la Serbia sono in difficoltà perché risentono della situazione, difficile, che c’è in Grecia”.

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Il Primo ministro del Montenegro Milo Djukanovic insieme al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk / © European union

La questione balcanica costituisce una vera e propria emergenza, tanto che ogni Stato ha deciso di rispondere in maniera autonoma e indipendente. Il Parlamento sloveno, solo nei giorni scorsi, ha varato un nuovo regolamento che concede poteri di polizia alle forze militari presenti sul confine con gli altri stati extra-Ue, che s’impegneranno a prevenire l’immigrazione illegale. Spetta all’Europa trovare una soluzione alle criticità evidenziate dagli Stati, membri e aspiranti membri per fronteggiare quella che non solo è una crisi politica continentale, ma un’emergenza umanitaria.

di Omar Porro