ONU, gli USA bloccano una risoluzione di condanna delle violenze a Gaza

Nikki Haley, ambasciatrice USA presso l'ONU, pone il veto a una risoluzione redatta dall'Egitto sullo status di Gerusalemme, New York, USA, 18/12/2017. Credits to: Reuters.
Nikki Haley, ambasciatrice USA presso l'ONU, pone il veto a una risoluzione redatta dall'Egitto sullo status di Gerusalemme, New York, USA, 18/12/2017. Credits to: Reuters.

Sabato 31 marzo gli Stati Uniti hanno posto il veto a una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, presentata dal Kuwait, che chiedeva un’indagine sulla morte di 16 palestinesi uccisi da fuoco israeliano durante una manifestazione di circa 30mila palestinesi lungo il confine, venerdì 30 marzo.

La manifestazione, ribattezzata “Marcia del ritorno”, era stata indetta da Hamas per rivendicare il diritto dei palestinesi a riappropriarsi delle proprie terre. L’esercito israeliano ha reagito lanciando gas lacrimogeni e aprendo il fuoco sui manifestanti a pochi metri dal muro fortificato che delimita il confine. Oltre ai 16 palestinesi uccisi, più di 1.400 sono stati feriti, 758 dei quali da colpi d’arma da fuoco e il resto da proiettili di gomma e gas lacrimogeni, secondo il ministero della salute di Gaza.

Manifestanti palestinesi pregano durante una manifestazione contro Israele lungo il confine della Striscia di Gaza ad est di Khan Younis, venerdì 30 marzo 2018. Credits to: AP/Adel Hana.
Manifestanti palestinesi pregano durante una manifestazione contro Israele lungo il confine della Striscia di Gaza ad est di Khan Younis, venerdì 30 marzo 2018. Credits to: AP/Adel Hana.

Lo stesso venerdì il Segretario Generale ONU, Guterres, aveva chiesto un’indagine sulle violenze, appello raccolto dal Kuwait che ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio per il giorno successivo. Sebbene gli Stati Uniti e Israele avessero chiesto di posticipare la votazione a dopo Pasqua, il Consiglio di Sicurezza si è comunque riunito sabato, scontrandosi però con il veto americano.

La bozza di risoluzione chiedeva “un’inchiesta indipendente e trasparente” sulla violenze, esprimeva “grave preoccupazione per la situazione al confine” e “dolore per la perdita di vite innocenti palestinesi“, riaffermava “il diritto alla protesta pacifica” e invocava “il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, compresa la protezione dei civili“.

L’Autorità Palestinese ha detto che aver ostacolato una risoluzione che condannava Israele ha reso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna “complici nell’orribile massacro commesso dall’esercito di occupazione israeliano contro il nostro popolo indifeso“. Israele dal canto suo ha detto di aver identificato 8 delle vittime palestinesi come membri di Hamas e 2 come affiliati a brigate salafite. Gli altri erano civili.

Il rinnovato veto americano in difesa di Israele ricorda i veti russi usati in difesa della Siria di Assad. Per una eloquente panoramica sui ripetuti veti in seno al Consiglio di Sicurezza, qui la lista.

di Samantha Falciatori