Riciclare oro in tempi di crisi

Credits: SeongJoon Cho/Bloomberg
Quello che accadde in Corea del Sud alla fine dello scorso secolo, evidenzia il forte patriottismo di questo paese asiatico e la sua predilezione a possedere oro fisico da usare nei momenti difficili.

Qualcuno si ricorda ancora della crisi finanziaria asiatica di 19 anni fa?

Fu allora che la Corea del Sud, un Paese che attualmente gode di un reddito pro-capite superiore anche a quello italiano (FMI 2015), precipitò in una situazione molto vicina al fallimento. La crisi finanziaria asiatica si era diffusa come un virus in Thailandia, Malesia, Singapore e altri paesi del Sud est asiatico, con timori che sarebbe presto diventata una crisi economica globale.

Prima del 1997, la Corea del Sud era considerata un caso da manuale di crescita economica e resilienza. Infatti, il Paese era soltanto una povera colonia giapponese, che nella seconda metà del 20° Secolo subì una rapida e incredibile trasformazione, spinto da riforme politiche intelligenti e da forti investimenti in formazione ed educazione. Risultati così sorprendenti, che sono valsi l’appellativo del “miracolo sul fiume Han“. Entro la fine del secolo, la Corea del Sud era diventata l’undicesima più grande economia del mondo.

GDP della Corea del Sud dal 1911 al 2010. Credits: Wikipedia
GDP della Corea del Sud dal 1911 al 2010. Credits: Wikipedia

Ma nell’estate del ’97, arrivò la grande crisi e le aziende cominciarono a fallire. Con l’aumento dei crediti in sofferenza, le banche crollarono e la valuta locale, il won, precipitò nel valore. Gli investitori stranieri fuggirono con i loro capitali e centinaia di migliaia di persone persero il lavoro.

Il Paese fu costretto a chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale (FMI), che intervenne con il più grande pacchetto di salvataggio della storia: 58 miliardi di dollari. I sacrifici che seguirono sono ancora scolpiti nella mente dei coreani, che ricordano il periodo come la “crisi FMI”, quando il governo lanciò una campagna nazionale per rimborsare il prestito a cui i cittadini risposero con uno degli spettacoli di patriottismo e altruismo più sorprendenti che il mondo abbia mai conosciuto.

In quel periodo, le famiglie coreane possedevano circa 20 miliardi di dollari in oro fisico, sotto forma di collane, monete, lingotti, statuette, medaglie, collane, decorazioni militari e così via. Quasi tutti oggetti con un alto valore affettivo ben superiore al loro valore monetario.

Quasi 3 milioni e mezzo di persone, quasi un quarto dell’intera popolazione, donarono volontariamente il proprio oro al governo, per aiutarlo a superare la crisi di valuta estera. Giovani e vecchi, ricchi e poveri risposero alla chiamata per aiutare il Paese. Lee Jong-Beom, una giovane stella del baseball, donò 31,5 once di oro, del valore di oltre 9.000 dollari, raccogliendo tutti i trofei e le medaglie vinte nel corso della sua carriera sportiva. In media, ogni persona donò 65 grammi oro, pari ad un valore di 640 dollari in base ai prezzi di allora. In appena due mesi, furono raccolte 226 tonnellate di metallo giallo, circa 2,2 miliardi di dollari, e dopo averli rifusi in lingotti furono consegnati all’FMI.

Oro corea del sud
Parte dell’oro donato dai cittadini sudcoreani nel 1997 è ancora in circolazione, ma ha cambiato forma. Credits: Jo Yong hak/Reuters

Sebbene tale importo fosse una goccia nel mare del debito, fu una grande prova di unità e di serietà che i coreani diedero al mondo intero. Nell’agosto 2001, con quasi tre anni di anticipo, la Corea del Sud ripagò completamente il debito all’FMI.

La Corea del Sud è diventato anche l’esempio più importante di come un metallo prezioso possa essere riciclato e trasformato in denaro contante nel momento del bisogno. Infatti, il riciclo di oro cresce dei momenti di maggior crisi economica o quando i prezzi salgono rapidamente a livelli alti. Un terzo di tutte le forniture annue nel mondo provengono dal riciclo e, durante i primi sei mesi di quest’anno, secondo i dati del World Gold Council, è aumentato del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Certamente, anche in Italia non sarebbe una cattiva idea quella di mettere da parte oro fisico per i momenti difficili, ma nella malaugurata ipotesi di una crisi finanziaria che dovesse abbattersi sul Paese, è davvero difficile immaginare le file di cittadini che portano spontaneamente i propri gioielli in dono al governo. La Corea del Sud, vista dall’Italia, sembra il pianeta di una galassia lontana.


Potete leggere questo articolo grazie alla collaborazione con il magazine online metallirari.com

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