Un’epidemia di sottosviluppo

Nubia Cavalcante, a nurse, administered a vaccine against yellow fever in the Pirituba neighborhood of São Paulo, Brazil. There have been 237 fatalities in the current outbreak, the worst in decades.CreditDado Galdieri for The New York Times
Le zone urbane delle regioni brasiliane di Minas Gerais, San Paolo e Rio de Janeiro, tre delle più sviluppate, hanno  subito una recente ondata di febbre gialla che, trasmessa dalle zanzare, ha conseguenze fatali. L’epidemia, oltre ad essere un problema sanitario comune nei luoghi tropicali come il Brasile, in questo caso ha scoperchiato un vaso di Pandora riguardante le condizioni sanitarie ed igieniche del paese.

Che cos’è la febbre gialla?

Secondo il Centro statunitense per la prevenzione e il controllo delle malattie, il virus della febbre gialla viene trasmesso agli esseri umani da  zanzare che hanno precedentemente punto una persona o una scimmia infette. I sintomi, che variano da comuni mal di testa e dolori muscolari a febbre molto alta, disturbi della frequenza cardiaca sino a perdita di sangue da naso, bocca e occhi, portano al decesso nel  50% dei casi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sono 47 i paesi, tutti situati in Africa o  America Latina, considerati ad alto rischio di contagio da febbre gialla.

Dal momento che non esiste alcun farmaco antivirale per combattere la febbre gialla, l’idratazione è l’unico trattamento possibile per impedire il collasso di fegato e reni e la vaccinazione risulta lo strumento principale per prevenire la malattia, soprattutto in aree ritenute ad alto rischio.

I recenti episodi in Brasile

Dal primo luglio 2017 al 18 febbraio 2018 sono stati 464 i casi segnalati, di cui 154 fatali. Di questi casi, 181 sono stati registrati a San Paolo, 225 a Minas Gerais e 57 a Rio de Janeiro, per un totale di 153 vittime. Si è trattato della prima epidemia urbana in Brasile dal 1942. L’ultima epidemia urbana in Brasile si era verificata nel 1942. 

Una campagna di prevenzione porta a porta condotta da infermiere e operatrici sanitarie. Credits to: Dado Galdieri per il New York Times

La reazione delle autorità si è vista nell’intensificazione delle vaccinazioni nelle aree ad alto rischio, tramite interventi porta a porta e massicce campagne di prevenzione. Nel febbraio 2018, in Brasile, il numero di persone vaccinate dall’inizio dell’epidemia ha raggiunto i 4,3 milioni .

Tuttavia, per far fronte a episodi come questi, il Brasile deve prioritariamente migliorare  le proprie politiche  di sviluppo generale piuttosto che quelle strettamente correlate alla salute. In realtà, questa epidemia ha rivelato la singolare tendenza del paese a procrastinare l’implementazione di alcune politiche governative  basilari.

Oltre alle zanzare

Gli episodi di febbre gialla verificatesi in alcune delle regioni più ricche del Brasile, sono molto più di un’ emergenza sanitaria, poichè rafforzano lo stato di precarietà del sistema igienico-sanitario nazionale. La febbre gialla è trasmessa dalla zanzara aedes aegypti, che si riproduce nell’acqua stagnante. Nelle aree urbane la  mancanza di accesso all’acqua potabile e a servizi igienici adeguati aggrava la situazione. Secondo l’agenzia Reuters, un terzo dei brasiliani vive in queste condizioni.

La mancanza di igiene, già individuata quale responsabile degli episodi di febbre dengue che colpiscono il Brasile ogni anno, ha favorito la diffusione del virus zika nel 2015 e 2016. Non a caso, sia per la febbre dengue che per il virus Zika, la trasmissione avviene tramite la stessa zanzara, l’aedes aegypti.

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A causa della presenza contemporanea delle due malattie, della mancanza di igiene e della presenza naturale di zanzare, le aree rurali di Minas Gerais, San Paolo e Rio de Janeiro rimangono tuttora le più vulnerabili. La principale preoccupazione relativa alla febbre gialla, secondo le autorità, è rappresentata dal rischio di diffusione verso gli agglomerati urbani di queste regioni. La presenza di baraccopoli, carenti di servizi igienici adeguati, potrebbe portare ad un’accelerazione nella trasmissione del virus.

I limiti del sistema sanitario

Nonostante i programmi di immunizzazione brasiliani siano da considerarsi tra i migliori al mondo – con la distribuzione gratuita di vaccini ed una copertura del 95% contro molte malattie-  la febbre gialla sta mettendo a dura prova la solidità del sistema. Malgrado gli sforzi, infatti, a febbraio 2018 risultava vaccinato solo il 21% della popolazione, e la percentuale  si è abbassata al  12,1% a Rio de Janeiro.

Un’infermiera ammonisce una residente che non ha fatto vaccinare la famiglia. Credits to: Dado Galdieri per il New York Times

La situazione è aggravata dalla crisi economica che interessa il Brasile, che ha portato ad un taglio degli investimenti governativi nel settore sanitario. La percentuale di bilancio pubblico devoluta alla sanità, in calo dal 2010, è scesa al  6,8% nel 2016, ovvero circa la metà della media globale, che si attesta sul 11,7%.

Vaccini e sviluppo

Con buona probabilità l’epidemia di febbre gialla in Brasile è correlata alle caratteristiche peculiari di un paese tropicale, ma è certamente condizionata anche dai problemi relativi alla mancanza di servizi igienici adeguati e a un sistema sanitario inefficace. Ciò sembra trovare conferma nellla presenza del virus in alcune delle aree più ricche e urbane del Paese.

Di conseguenza, la lotta contro l’epidemia richiede una strategia combinata di vaccini e sviluppo. Nello specifico necessita di politiche sanitarie che vadano oltre gli obiettivi a breve termine, come la copertura vaccinale, per promuovere una struttura sanitaria permanente. In caso contrario i brasiliani continueranno a essere facili prede per le zanzare portatrici di malattie.


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Di: Diego da Silva Rodrigues, traduzione di: Alister Ambrosino