Quando Chewbecca era bolscevico

Anche nel racconto di fantasia più sfrenato e distopico le relazioni tra le entità politiche seguono le stesse modalità che hanno contraddistinto il corso della storia umana. Final Frontier è la rubrica che proverà a spiegare le relazioni internazionali attraverso le più conosciute storie di fantascienza. “Spazio, ultima frontiera”.

Un Chewbecca bolscevico? L’Alleanza Ribelle ha scoperto che non è sufficiente conquistare il Palazzo d’Inverno e la Duma per vincere: bisogna distruggere le armate bianche.

Eravamo rimasti alla distruzione della seconda Morte Nera, alla fine dell’Impero e alla dipartita di Palpatine, ai festeggiamenti condivisi in tutta la Galassia. Un entusiasmo così generalizzato, che persino Hayden Christensen – l’attore che ha interpretato Anakin Skywalker negli episodi II e III-  ha deciso di farsi vedere. Gli unici rimasti scontenti sono gli stormtroopers imperiali, dato che quei dittatori superdotati degli Ewok hanno deciso di sequestrare i loro elmetti per usarli come percussioni.

L’Alleanza Ribelle ha vinto. Una vittoria di Pirro, certo: la maggior parte delle forze imperiali sono ancora attive, dovendo scegliere se consegnarsi alla neonata Nuova Repubblica o combattere sotto l’egida di quello che rimane dello Stavka che Palpatine aveva accuratamente organizzato – e che Darth Vader teneva in pugno (letteralmente). Ovviamente, gli stormtroopers seguono i loro comandanti, che, secondo Wookieepedia, si rifugiano nell’Orlo Esterno; diversamente, la saga si sarebbe conclusa. Invece George Lucas, il padre dell’opera – la fiaba moderna capace di sedurre bambini e adulti – aveva scritto originariamente 9 capitoli, di cui gli ultimi tre avrebbero trattato del “dopo”, gli avvenimenti successivi alla morte di Darth Vader, alias Anakin Skywalker, il vero protagonista dei primi sei capitoli.

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Stormtroopers in una delle scene di Star Wars – The Force Awakens. Credits: Disney/Lucasfilm

Disgraziatamente (o fortunatamente) la Disney acquista i diritti per la realizzazione degli episodi VII, VIII e IX (e molti, molti, molti spin-off) e, sotto la guida sapiente di JJ Abrams (creatore della serie Lost e regista dei recenti film di Star Trek), il 16 dicembre 2015 ci stupiscono (nel bene e nel male) con “Star Wars VII – Il Risveglio della Forza”. Il film – se ne è parlato talmente tanto che persino su Marte lo sanno – ha appassionato milioni di persone e diviso i fans storici della saga, mentre gli amministratori della Disney, quali novelli “paperoni”, passano il tempo libero nuotando nel mare di incassi che gli ha fruttato l’action figure di C3PO, con il suo nuovo braccio rosso fiammante.

Ne “Il Risveglio della Forza” si scopre che un fazione militarista e revanscista (il Primo Ordine) ha preso il controllo della maggior parte delle vecchie forze imperiali, dichiarato guerra alla Repubblica e riesumato il progetto della superarma finale, la base Starkiller (una sorte di Morte Nera costruita all’interno di un pianeta e in grado di sparare potentissimi raggi di matrice solare contro più obiettivi contemporaneamente. Un po’ come il satellite Icarus in “007 – La morte può attendere”). Domanda: perché la Nuova Repubblica non fa nulla per impedirglielo? Perché ha smantellato parecchio del proprio arsenale militare, con lo scopo di presentarsi come forza di pace. Solo una donna si oppone: Leia Organa, la quale non crede affatto che le vecchie forze imperiali staranno buone buone a marcire nell’Orlo Esterno. Organizza quindi una forza militare per contrastare il Primo Ordine: la Resistenza (da non confondere con una nuova Ribellione, quella era una forza partigiana, questa è, all’opposto, una forza di controinsurrezione).

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I caccia X wings sfrecciano sulle acque in una delle scene di Star Wars – The Force Awakens. Credits: Disney/Lucasfilm

Dopo 30 anni in cui nessuna delle due fazioni riesce a imporsi sull’altra, la Nuova Repubblica viene spazzata via dal Primo Ordine, grazie alla potentissima Base Starkiller. Ora non è più una controinsurrezione: è una guerra civile vera e propria, come fu la guerra civile russa (1918-1921) o la guerra civile spagnola (1936-1939). Come i bolscevichi, l’Alleanza Ribelle ha scoperto che non è sufficiente conquistare il Palazzo d’Inverno e la Duma per vincere: bisogna distruggere le armate bianche. Come i repubblicani, la Resistenza deve fare i conti contro una forza insurrezionalista.

In un interessante articolo su Foreign Policy, Paul D. Miller e Michael Boyle stilano tre consigli che la Resistenza dovrebbe seguire per sconfiggere il Primo Ordine e creare una nuovissima Repubblica stabile.

Horror Vacui

I comandanti dell’Alleanza Ribelle erano principalmente concentrati sull’evitare passi falsi e sull’annientare il loro potentissimo nemico, ma non erano pronti a colmare il vuoto di potere succeduto alla Battaglia di Endor: ciò ha alimentato una escalation di violenza sui pianeti senza guida e la creazione di zone d’ombra dove è facile che prosperino bande armate insurrezionaliste. Il Primo Ordine si comporta come i franchisti e i bianchi: dipinge il ritorno a un passato glorioso in termini ultranazionalisti, accusa la Nuova Repubblica di essere antidemocratica, e ricorre all’uso di un affascinante misticisimo (appoggiati dai cavalieri di Ren, come i bianchi furono appoggiati dalla Chiesa ortodossa). La Resistenza deve evitare di ripetere gli errori della Alleanza Ribelle e concentrarsi sul consolidamento delle aree sotto il suo controllo, come fecero – appunto – i bolscevichi.

Truppe di terra

La flotta ribelle era tutt’altro che trascurabile: l’obsolescenza e la scarsa potenza di fuoco degli incrociatori corelliani & co. era bilanciata dall’agilità degli ottimi caccia X-wing et similia. La scarsità di truppe terrestri costituiva però un problema, dovendo i ribelli contare su tribù arretrate alleate e incorrendo in pesantissime sconfitte nei confronti diretti con gli stormtroopers (vedasi la battaglia di Hoth). La Resistenza dovrebbe tessere il maggior numero di alleanze possibili con le popolazioni locali (anche, per esempio, i Sabbipodi) e costruire una forza terrestre in grado di controllare le aree occupate ed eventualmente respingere gli attacchi del Primo Ordine (i bolscevichi non furono in grado di respingere le armate bianche finché la riforma dell’Armata Rossa non fu completata).

Costruisci, mantieni, governa

Come sopra, la conquista di per sé è insignificante, se non si dispone di un piano per costruire la pace. La Resistenza dovrà organizzare un sistema politico il più democratico possibile per attirare a sé i consensi dei singoli sistemi stellari (senza organi inflessibili come il Consiglio dei Jedi, più un peso che un sostegno per la Vecchia Repubblica) e non lasciare che bande potenzialmente sovversive, o gangsters come gli Hutt, controllino i pianeti dell’Orlo Esterno, terreno di approvvigionamento e rifugio del Primo Ordine.

Insomma, la Resistenza dovrà applicare le tattiche e le strategie che i bolscevichi applicarono durante la guerra civile per spazzare via la minaccia delle armate bianche: superiorità tattica, controllo del territorio, strategia politica illuminata. Quando Chewbecca lancerà il suo grido sui resti distrutti del Primo Ordine, verrà una nuova era di pace.