La risorsa strategica del TAP

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Il Gasdotto costruito dal consorzio svizzero TAP che include società europee per la distribuzione di gas, sarà lungo 870 km, inizierà alla frontiera tra Grecia e Turchia, passerà in Albania e attraverso il Mar Adriatico giungerà in Italia.

Il Trans-Adriatic Pipeline, conosciuto come TAP, è la parte finale del progetto del Corridoio Meridionale del Gas che perforerà le coste salentine. Questo progetto è oggi al centro di contestazioni e accuse di sindrome di NIMBY (not in my backyards – non nel mio cortile) a causa dell’inevitabile rimozione temporanea degli ulivi secolari in Salento necessaria per l’approdo e la connessione con l’Hub brindisino della rete nazionale, un tema delicato per la società civile se si pensa al problema xylella che ha colpito la regione.

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Il progetto fa parte del Corridoio Meridionale del Gas che farà approdare 10 miliardi di metri cubi annui circa da fine 2020; il gas dal giacimento azero Shah Deniz 2 consta di tre gasdotti:

  • SCPX, che dall’Azerbaigian attraversa il Caucaso Meridionale fino all’ingresso georgiano in Turchia;
  • TANAP, che attraversa l’Anatolia turca fino al confine greco;
  • TAP, che dalla Grecia percorrerà 211 km dell’Albania meridionale fino a tuffarsi nell’Adriatico e raggiungere l’Italia. Dal terminale di ricezione (PRT) tra i comuni di Vernole e Melendugno si allaccerà alla rete nazionale di Snam rete Gas a Mesagne (Brindisi).

Per l’UE è considerato uno dei progetti di iinteresse comunitario (PIC) incluso nel Terzo Pacchetto Energia per tre precise ragioni:

  • per diversificare le fonti di approvvigionamento;
  • per una maggiore indipendenza dalla Russia, a cui l’UE è strutturalmente legata per 1/3 delle importazioni (secondo la rivista dell’azienda russa Gazprom “Blue Fuel”);
  • per creare un sistema energetico continentale aspirando a migliorare la sicurezza energetica e la connessione tra i mercati dove l’energia possa viaggiare liberamente tra i confini a prezzi competitivi.

 

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Per comprendere l’importanza geostrategica della struttura e l’evidente funzione anti-russa nel risiko del gas è bene avere sottomano una cartina geografica dell’area.

Secondo l’analisi di Limes un corridoio dal sud è stato sostenuto da USA e UE fin dagli anni Novanta. L’intenzione era di liberare le risorse caspiche dalla dipendenza infrastrutturale post-sovietica per ridurre l’influenza russa nell’area e la dipendenza europea dal gas di Mosca.

Negli anni successivi le ambizioni di indipendenza volevano concretizzarsi nei concorrenti progetti Nabucco (che avrebbe traghettato le risorse caspiche verso l’Austria) e TAP. Solo il secondo è risultato più economico e meno ambizioso. Oggi l’obiettivo di sottrarre alla Russia la possibilità di creare un legame stabile e duraturo con le politiche energetiche girerebbe intorno all’intenzione di iimpedire alla potenza eurasiatica un eccessivo rafforzamento della sua presenza in Medio Oriente (Iran, Iraq e Siria compresi) e quindi sul Mediterraneo.

Ma se consideriamo che le riserve di idrocarburi dell’area del Caspio sono comunque minori di quelle dei giacimenti del territorio russo, il Corridoio Sud perde comunque parte della sua rilevanza geopolitica, proprio perchè i 10 miliardi di metri cubi che entrerebbero in Europa rappresentano solo il 2,4% del consumo continentale di gas.

Il TAP servirà più a coprire il gap di produzione europeo che a contendere quote di mercato con quelle degli altri esportatori.

Questo progetto è importante per l’Italia?

Si tratta comunque di “un progetto rivoluzionario perché consentirà di sfruttare delle risorse che oggi potrebbero essere accessibili solo attraverso la rete di Gazprom”, come ha spiegato a La Repubblica Giampaolo Russo, Country Manager di TAP Italia fino al 12 giugno 2015.

L’Italia è collegata a sei fonti di gas ed è tra i Paesi più interconnessi del mondo. Secondo gli stress test sul gas della Commissione Ue, l’Italia sarebbe al primo posto perché è collegata con Algeria, Libia, Russia, Norvegia, Olanda. “Libia e Algeria – secondo il ministro Calenda – sono altri fornitori importanti e grandi. ma instabili, e i contratti per la fornitura di 35 miliardi di metri cubi di gas naturale scadranno nel 2020”.

Il TAP nel sistema energetico italiano s’inserisce in un piano di sviluppo di un hub mediterraneo del gas delineato dalla Strategia Energetica Nazionale del 2013, che mira alla rilevanza geopolitica del Paese per i partner europei. Attraverso pipeline multiple e rigassificatori e di ri-esportazione verso l’Europa e i recenti investimenti in reverse flow nei gasdotti che attraversano le Alpi, il nostro Paese godrebbe di un’ottima centralità.

Fra le maggiori incognite per la futura espansione del TAP rimangono le possibilità che le grandi risorse di Iran e/o Turkmenistan possano confluire nel Corridoio del Sud; se il progetto russo Turkish Stream dovesse svilupparsi con una capacità superiore a quella necessaria per servire il mercato turco, il TAP potrebbe in futuro addirittura trasportare anche il gas russo. Infatti, una volta scaduto il regime di eccezione che garantisce al gas azero l’uso esclusivo del gasdotto per 25 anni, la capacità di questo sarà liberamente contendibile sul mercato in base alle regole stabilite nel terzo pacchetto energia approvato da Bruxelles nel 2009.

di Roberto del Latte