Parlamento europeo: in Aula per difendere i diritti

Questa settimana al Parlamento europeo di Strasburgo si è tenuta l’ultima sessione della Plenaria del 2019. Premio Sacharov, diritti della comunità Lgbt e la questione catalana. Molti i temi toccati in questi giorni. Noi di Zeppelin eravamo presenti in Aula per i nostri lettori e ora facciamo il punto della situazione.

E’ stata una settimana intensa quella che si è appena conclusa a Strasburgo dove si è tenuta l’ultima sessione Plenaria del 2019 del Parlamento europeo.

Il dibattito di questi giorni, che Zeppelin ha seguito direttamente dall’Europarlamento, ha toccato alcuni temi molto caldi e, soprattutto, al centro del futuro assetto politico dell’Unione europea.

Parlamento europeo su Malta: “Tutelare lo Stato di diritto”

Il tema della tutela dello Stato di diritto a Malta, il piccolo Stato insulare nel cuore del Mediterraneo, ha tenuto banco per tutta la giornata di martedì. La necessità di discutere della situazione maltese, all’indomani delle dimissioni del Governo di Joseph Muscat dopo le recenti rivelazioni circa l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, è scaturita poi nel voto di una risoluzione proposta a larga maggioranza dall’emiciclo.

Con la risoluzione si “invita la Commissione a utilizzare tutti gli strumenti e tutte le procedure a sua disposizione per garantire il pieno rispetto del diritto dell’Unione europea per quanto riguarda la lotta al riciclaggio (Galizia stava indagando proprio su casi relativi a corruzione e riciclaggio, Ndr)”.

La risoluzione non legislativa è stata quindi adottata con 581 voti favorevoli, 26 contrari e 83 astensioni.

Il Premio Sacharov a Ilham Tohti

Durante la seduta di mercoledì il presidente del Parlamento europeo – l’italiano David Sassoli – ha anche assegnato il Premio Sacharov 2019 a Jewher Ilham, figlia del professore e attivista Ilham Tohti detenuto dal 2014 in un carcere cinese per aver difeso i diritti della minoranza uigura proprio in Cina.

Da oltre vent’anni Ilham Tohti lavora instancabilmente per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca tra gli uiguri e gli altri popoli cinesi. Ciononostante, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di ‘separatismo’.

Questa è stata l’introduzione del presidente Sassoli che ha consegnato il premio alla figlia dell’attivista tra gli applausi della Plenaria a nome di tutto il Parlamento.

Oggi non c’è libertà per gli uiguri in Cina: non c’è libertà a scuola, in pubblico, e neanche a casa. Mio padre come molti uiguri è stato etichettato come un violento estremista, con una malattia da curare e un cervello che deve essere ripulito.

Così invece ha commentato Jewher Ilham ricordando che da aprile 2017 oltre un milione di uiguri sono detenuti nei campi di concentramento dove vengono obbligati a rinunciare alla propria identità culturale e alla propria religione e a giurare fedeltà al Governo di Pechino.

Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, dedicato alla memoria del fisico e dissidente sovietico Andrej Sacharov, viene conferito ogni anno dalla Camera di Strasburgo. È stato istituito nel 1988 e viene assegnato a persone o organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali in tutto il mondo.

Il Premio Sacharov al Parlamento europeo / © European Union 2019 - Source : EP / Mathieu Cugnot
© European Union 2019 – Source : EP / Mathieu Cugnot

Eletto il nuovo Mediatore europeo

Sempre nella seduta di mercoledì è stato anche eletto il nuovo mediatore europeo. La giornalista irlandese Emily O’Reilly  è stata infatti riconfermata (era stata eletta la prima volta nel 2013) per la carica di Ombudsman dell’Unione europea.

Il compito del mediatore è quello di svolgere indagini sui casi di cattiva amministrazione nelle Istituzioni, organi, uffici o agenzie dell’Unione europea, agendo di propria iniziativa o sulla base di denunce da parte degli stessi cittadini europei.

Emily O’Reilly è stata riconfermata con il voto favorevole di 320 deputati, mentre la candidatura della estone  Julia Laffranque ha ottenuto 280 voti.

Tutela dei diritti Lgbt in Polonia

Una risoluzione per tutelare i diritti della comunità Lgbti in Polonia dopo l’istituzione delle “zone libere dall’ideologia gender” da parte di numerose Amministrazioni comunali polacche.

Nella risoluzione, adottata con 463 voti a favore, 107 contrari e 105 gli astenuti, l’Europarlamento ha espresso la sua profonda preoccupazione per il crescente numero di attacchi omofobi da parte di Stati, funzionari pubblici, politici e Istituzioni locali.

In particolare, i deputati condannano l’istituzione, dall’inizio del 2019, delle aree “libere dall’ideologia Lgbti” da parte di decine di comuni, contee e regioni del sud-est della Polonia.

Fanno sapere fonti interne al Parlamento europeo che, martedì, si è schierato dalla parte dei diritti civili con una forte condanna nei confronti delle discriminazioni per l’orientamento sessuale.

Da Strasburgo è stato sottolineato come anche durante le recenti elezioni in Spagna, Regno Unito, Estonia, Ungheria e in un recente referendum in Romania.

Il Parlamento deplora inoltre gli attacchi contro le persone Lgbti da parte delle autorità pubbliche di alcuni Stati membri. I deputati ricordano che le scuole (dove si sarebbero verificati episodi di questo tipo, Ndr) dovrebbero essere luoghi che rafforzano e proteggono i diritti fondamentali di tutti i bambini. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero intraprendere azioni concrete per porre fine alle discriminazioni che possono portare al bullismo, agli abusi o all’isolamento delle persone Lgbti negli edifici scolastici.

Hanno confermato fonti del Parlamento, che con la votazione di mercoledì ha puntato ancora l’attenzione sui fenomeni di bullismo e di odio.

Nonostante nella maggior parte degli Stati membri siano in vigore misure legali contro la discriminazione, queste non sono sufficientemente attuate, lasciando le persone vulnerabili ai crimini motivati dall’odio, ai discorsi di odio e alla discriminazione.

Gli indipendentisti catalani entrano in carica

La Corte di giustizia dell’Unione europea si è espressa: i tre leader catalani Carles Puigdemont, Oriol Junqueras e Toni Comin possono entrare in carica e iniziare il loro mandato come europarlamentari.

La Corte di Lussemburgo, infatti, ha confermato che i tre politici (eletti con milioni di preferenze durante l’ultima tornata alle elezioni europee) godono dell’immunità parlamentare già dal momento della loro elezione.

Il tribunale ha quindi stabilito che il privilegio dell’immunità parlamentare di un candidato risultato eletto entra immediatamente in vigore nel momento in cui vengono proclamati i risultati. Questo confermerebbe la non obbligatorietà della procedura di “proclamazione” da parte delle autorità spagnole. Gli esponenti catalani, condannati a 13 anni per sedizione dopo il referendum dell’indipendenza del 2017, a tutti gli effetti potranno prendere possesso del seggio.

Soddisfatto per l’esito della sentenza, senza ovviamente appoggiare la causa catalana, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

E’ una sentenza molto importante che interessa direttamente la composizione di questa istituzione. L’assunzione della qualità di membro del Parlamento Europeo e la protezione dell’indipendenza e del suo corretto funzionamento. La Corte si è pronunciata nel senso che l’assunzione del mandato parlamentare risulta dal voto degli elettori. Faccio appello alle autorità spagnole competenti per esortarle a conformarsi al tenore della sentenza.

Carles Puigdemont e Toni Comin questa mattina si sono recati al palazzo del Parlamento europeo di Bruxelles per espletare le primissime pratiche e per ricevere il badge da eurodeputati. Junqueras invece resta detenuto in Spagna, in attesa di una decisione della magistratura iberica.

Anche questa volta l’Europa ha dimostrato come democrazia e rispetto dei diritti siano le principali fondamenta su cui poggia l’intero sistema valoriale del vecchio continente.

da Strasburgo, Omar Porro

(foto di copertina: © European Union 2019 – Source: EP / Mathieu Cugnot)