Ma parliamo un po’ dell’Andorra

L’Andorra, la piccola nazione Europea schiacciata sui Monti Pirenei fra la Spagna e la Francia, priva di sbocco al mare e dipendente dalla Repubblica Francese e il Regno di Spagna, gioca un ruolo interessante nello scacchiere Europeo: è un importante “decompressore” delle dinamiche socio-economiche fra i due paesi ed è porto franco per molti traffici.

Un’antica e piccola nazione statica

Già due secoli prima della sua formale fondazione, datata al 1095, lo stato di Andorra ha svolto il ruolo di nazione-dogana, un luogo di traffici e scambi per mediare fra le due realtà dominanti che la circondando, la Francia e la Spagna. Non è quindi un caso se, una volta trovato l’escamotage della doppia reggenza, Andorra sia rimasta come sospesa all’esterno delle dinamiche storiche europee.

Andorra è infatti un “co-principato”, posto sotto la responsabilità del Vescovo di Urgell (per la Spagna) e del Presidente della Repubblica Francese (carica in precedenza riservata al sovrano di Francia), e grazie a questa sapiente distribuzione dei poteri, Andorra ha svolto un ruolo fondamentale per lo scambio di informazioni, di merci (anche umane) dai tempi della Regno Franco e il Califfato iberico, fino ai rapporti ambigui della Spagna di Franco e la Francia di Vichy. E questo nonostante non possegga né porti, né aeroporti e nemmeno stazioni ferroviarie (la stazione più vicina è a qualche km oltre il confine con la Francia, nel paesino di un centinaio di abitanti di L’Hospitalet-près-l’Andorre).

Andorra è senza dubbio una anomalia storica e solo considerando una qualche funzione specifica di utilità si può comprendere la sua esistenza, prolungata oltre il periodo della formazione dei grandi stati Nazionali. Quando si osserva la sopravvivenza di una micronazione bisogna domandarsi per quale ragione essa sia stata lasciata intonsa dai suoi vicini più forti, e la risposta è sempre di natura tattica: economica, culturale, finanziaria, o semplicemente come snodo commerciale sottoposto a regime doganale differente.

Per tornare alla metafora degli scacchi – con cui avevamo provato a spiegare la rivalità tra Iran e Arabia Saudita nello scacchiere mediorientale – l’Andorra non riveste il ruolo di un Pedone, assoggettato alle scelte altrui, e che si aspetta solo di essere mangiato, ma non può aspirare a divenire, proprio come il Pedone, in un futuro qualcosa di più. L’Andorra è come il Cavallo sulla scacchiera, la cui funzione tattica è richiesta in specifici momenti.

Nazioni Cavallo come Andorra non sono mai caratterizzate da un eccessivo dinamismo anche perché il mutamento di istituzioni e centri di potere porrebbe in fragilità gli accordi che sul suo territorio devono svolgersi e per cui alla nazione è concesso di esistere. Non è quindi un caso che, sorvolando sulle complesse dinamiche delle riforme del periodo Napoleonico (comuni del resto a tutta l’Europa continentale), Andorra non sarà dotata di strutture di governo pienamente moderne fino al 1982.

Un paradiso fiscale…

Da questo momento Andorra svolgerà il compito più scontato nella nuova epoca delle industrializzazioni e dei movimenti di capitali: quello di paradiso fiscale nascosto sui Pirenei. Tale attività è stata la principale fonte di introiti non ufficiale per questa piccola nazione meno estesa del comune di Roma e con meno abitanti del comune di Perugia, ma con il sempre crescente interesse dell’Unione europea nel controllo dei capitali finanziari.

Andorra si è rimessa in riga, collaborando per uscire dalla black list dei paradisi fiscali. L’atteggiamento di Andorra è divenuto quindi cauto sotto questo punto di vista, lasciando la porta aperta all’incentivazione di investimenti da parte dei capitali stranieri ma sottoponendosi al giudizio insindacabile della Banca centrale europea.

L’headquarter della Credit Andorra Bank nella capitale di Andorra, Andorra la Vella – credits: Getty Images

La natura degli accordi fra Andorra e Unione europea possono essere considerati anomali. Lo stato non aderisce né a Schengen né all’Ue, ma utilizza l’euro come moneta di corso (del resto Andorra non ha mai coniato una propria moneta) e vive le stesse agevolazioni commerciali di tutti i paesi dell’Unione con la sola esclusione dell’agricoltura, salvaguardata da un sistema protezionista interno.

… ma non solo.

Con il ridimensionamento della funzione di paradiso fiscale verrebbe da chiedersi quale sia la funzione di questo piccolo paese e se esso non vada visto come un residuo vestigiale di equilibri nazionali della vecchia Europa westfaliana. Forse, la nuova funzione di Andorra va ricercata non tanto nella finanza quanto nella tecnologia, con una particolare attenzione all’informatica.

Andorra si sta imponendo infatti come un insospettabile polo di alta tecnologia, ed è l’unico paese al mondo ad avere una copertura totale di comunicazioni telefoniche su fibra ottica.

A fronte di un simile avanzamento del supporto hardware notiamo però una strana anomalia: da una parte infatti tutte le telecomunicazioni (dalla radio a internet) sono sotto il diretto controllo della società statale Andorra Telecom, ma al contempo non esiste alcuna struttura software per la protezione della cyber-sicurezza né una legislazione adeguata alla gestione della materia.

Una simile concentrazione tecnologica priva però una regolamentazione adeguata rende Andorra un interessante porto franco per attività informatiche di respiro internazionale lecite o illecite (o meglio ancora, quelle attività che non sono né l’una né l’altra). Un luogo perfetto, ad esempio, dove svolgere mining per la raccolta di bitcoin, e non è probabilmente un caso che già nel 2014 (ben prima della diffusione delle cryptovalute tra il grande pubblico) si svolgessero dibattiti per l’accettazione di tali valute nel sistema bancario di Andorra. Nel febbraio di questo anno abbiamo assistito alla nascita della prima società di Andorra dedicata specificatamente alla generazione di bitcoin.

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Del resto, come abbiamo avuto modo di vedere, la piccola nazione si prepara da anni all’appuntamento con le cryptovalute. In definitiva è difficile dire se realmente Andorra stia diventando la Tortuga del cyber-spazio quel che è certo è che per il momento non figura sui principali siti per la supervisione e l’analisi della guerra informatica (in primis Fortinet e Kaspersky) a fronte di un incremento annuo dell’uso di internet che oscilla fra il 44% e il 30% e un conseguenziale traffico dati spropositato in rapporto alla popolazione.

Andorra forse è solo una incantevole meta turistica o forse è un Cavallo posto nelle retrovie della scacchiera. Meno lo si osserva più il suo movimento assume il connotato di un immobilismo tattico, e dopo quasi mille anni di sopravvivenza si può forse parlare di Cavallo Eterno.

di Tanator Tenabaun