L’ Euro ha indebolito l’economia italiana?

Credits to: Il Sole 24 Ore

Quando si tratta di parlare di economia italiana e dell’effetto che ha avuto l’entrata in vigore dell’Euro sui nostri conti pubblici, il dibattito rischia di essere confusionario.

“Ci hanno fregato”, “i tedeschi hanno fatto i furbi sul cambio”, “con la lira potremmo gestire il nostro debito alla grande”, sono frasi che si sentono dire non solo da cittadini incauti ma anche da politici di rilievo pubblico.

Un recente studio del think tank Bruegel, a cura del prof. Sapir dell’Université Libre de Bruxelles, ha provato a fare un po’ di chiarezza usando uno studio comparato, che mette a confronto Italia e Belgio. Perché proprio il Belgio? Perché da un punto di vista economico Italia e Belgio erano in una situazione economica piuttosto simile quando l’Euro è entrato in vigore. 

All’inizio degli anni ’90 il trattato di Maastricht fissò alcuni paletti per rendersi candidabili a entrare nel progetto Euro e, a quel tempo, sia l’Italia che il Belgio fecero moltissimi sforzi per ridurre il rapporto Debito Pubblico/Prodotto Interno Lordo. Questo valore era pari al 130% in Italia e al 140% in Belgio ma, grazie all’impegno di ciascun paese, entrambi avevano portato il rapporto debito/PIL al 110% circa al 1° gennaio 1999 (data in cui si fece la fotografia dei tassi di cambio che sarebbero stati utilizzati per convertire le diverse monete nazionali in Euro, tenendoli fissi da lì fino all’entrata in circolazione della moneta unica nel gennaio 2002). Per essere più precisi, il livello di debito/PIL del Belgio era addirittura superiore a quello italiano.

 

euro ha indebolito economia italiana
Source: Bruegel based on IMF WEO database

Italia e Belgio, oltre ad avere lo stesso rapporto debito/PIL, erano anche sugli stessi livelli di ricchezza pro-capite al 1 gennaio 1999. Entrambi avevano un PIL pro capite identico, misurato in parità di potere d’acquisto a parità di prezzi. In altre parole, sia come indebitamento che come ricchezza i due paesi si presentavano ai blocchi di partenza dell’avventura monetaria europea, a braccetto, a pari condizione economica.

Sono passati quasi 20 anni dal 1 gennaio 1999 e i due paesi si trovano oggi in situazioni diverse. Anzitutto, il rapporto debito/PIL in Italia è superiore al 130%, mentre in Belgio è sceso al 100%.

Ancora più impietoso è il confronto sulla ricchezza. Oggi il PIL pro-capite (calcolato in parità del potere d’acquisto e a prezzi costanti) è di 38.100 dollari in Italia (gli stessi livelli del 1999, questo significa che abbiamo perso qualcosa come 20 anni di crescita) mentre arriva a 46.600 dollari in Belgio. In altre parole il Belgio ha una ricchezza pro capite di quasi il 20% superiore a quella italiana – e qui si spiega buona parte del risentimento italiano in merito alla questione.

 

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Source: Bruegel based on IMF WEO database

 

Come è potuto accadere? Lo studio, sintetizzando al massimo i risultati che potete leggere qui, mette sul banco tre conclusioni.

  1. La crisi del 2007 ha avuto un impatto molto più negativo sull’Italia rispetto al Belgio in quanto Roma si è presentata più fragile di fronte alla crisi per colpa di politiche nazionali che non hanno saputo solidificare una crescita strutturale. Questo ha anche dimostrato una debolezza dell’UE nel non essere in grado di “correggere” l’Italia a dovere. La crisi ha di fatto portato a misure europee correttive come l’introduzione del Fiscal Compact (2013) e dell’Unione Bancaria (2014) per contribuire a influenzare i paesi euro con politiche virtuose.
  2. Nella crisi del debito partita dalla Grecia, l’Italia è finita nella trappola dell’austerità in modo più drammatico rispetto al Belgio. Concentrandosi più a intervenire sul debito che sulla crescita, le autorità economiche italiane hanno voluto mostrare ai mercati la loro solidità nel gestire i debiti per rassicurarli attraverso misure di austerità. In altre parole, avendo un gap di menefreghismo politico sul debito degli anni passati molto grave da colmare, le misure di intervento molto drastiche hanno avuto un impatto critico.
  3. Il patto di stabilità europeo si è dimostrato troppo debole. Da una parte l’Italia ha fatto sforzi per ridurre il debito finchè le è servito per rientrare nei paletti dell’Euro, salvo poi mollare ogni sforzo una volta passato il 1999. Al contrario il Belgio ha proseguito nella sua politica di riduzione del debito anche dopo il 1999, usando il passaggio all’Euro come strumento per migliorare i controlli fiscali nazionali.

 

La differenza principale sta dunque nelle diverse decisioni politiche che hanno preso i due paesi. In Italia si è mostrata un’attitudine all’indebitamento per favorire manovre poco redditizie economicamente (che ha caratterizzato 20 anni di politica, pur tra alti e bassi, quindi trasversale a molti partiti di governo) ma forse più redditizie elettoralmente.

Quando poi la crisi del debito è esplosa in tutta la sua drammaticità, le misure di austerità hanno portato a una contrazione della ricchezza molto forte. In Belgio invece è sempre stata riconosciuta l’importanza del debito, visto da tutte le forze politiche come elemento di grande fragilità del paese e la cui riduzione è riconosciuta come chiave fondamentale per il benessere del paese.

In ultima analisi, se l’Italia vuole cercare un colpevole della sua scarsa crescita negli ultimi 20 anni, più che indicare la moneta unica (che tanto bene ha fatto al Belgio) farebbe bene a guardarsi allo specchio.