Le “sfide” europee del 2017

Opening Ceremony
Il 2017 si prepara ad essere un anno ricco di appuntamenti politici per nulla trascurabili nel panorama europeo. Alcune scadenze elettorali nazionali potrebbero essere significative anche per la stabilità stessa dell’Unione. I principali banchi di prova saranno Germania, Francia e forse anche Italia.

Il 2017 sarà il vero “banco di prova” della stabilità e della solidità dell’Unione europea. Se il 2016 negli Stati Uniti si è concluso con la vittoria di Donald Trump, in Europa la situazione rischia di trasformare le politiche comunitarie nel vero “gigante da combattere”. Il vecchio continente, ancora una volta, si troverà di fronte alle criticità politiche, sociali ed economiche che hanno investito tutto il mondo occidentale e dovrà necessariamente fare i conti con tutti i problemi interni che, da qualche anno a questa parte, hanno trasformato il “carrozzone” europeo in un vero nemico da combattere e non in una necessità oltre che un’opportunita per i “28” Stati membri di competere a livello globale.

La presidenza maltese

Dal primo gennaio, fino a giugno, la Presidenza di turno dell’Unione europea sarà affidata al Governo di Malta, presieduto dal laburista Joseph Muscat. Migranti e Brexit saranno le priorità del Governo della Valletta che, per la prima volta dal suo ingresso nell’Ue nel 2004, rivestirà un incarico internazionale di primissimo piano, essendo chiamata a regolare i due temi caldi per eccellenza. Il primo punto, quello sull’emergenza migratoria, è particolarmente caro all’Esecutivo maltese che si trova spesso a dover gestire, in collaborazione con l’Italia, il continuo flusso di profughi che salpano dalle coste settentrionali dell’Africa per dirigersi in Europa. A Malta spetterà anche il compito di seguire l’inizio delle trattative con il Governo britannico sull’avvio delle procedure, previste dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che regolano  il procedimento per l’”addio” ufficiale del Regno Unito all’Unione.

Il premier maltese Joseph Muscat con il suo Governo e Martin Schulz / © European Union 2016
Elezioni all’Europarlamento

Il prossimo 17 gennaio il Parlamento europeo sarà chiamato ad eleggere il suo presidente dopo le dimissioni di Martin Schulz, che ha deciso di tornare ad occuparsi della politica tedesca correndo per un seggio nel land Nordreno-Vestfalia. La corsa allo scranno più alto dell’Europarlamento si giocherà tutta in Italia. Da un lato il gruppo dei Socialisti e democratici ha candidato Gianni Pittella (in quota Partito democratico), attuale capogruppo; mentre dall’altro lato Antonio Tajani (esponente di Forza Italia), attuale vicario di Schulz e già vicepresidente della Commissione nell’ultimo Esecutivo di Josè Barroso, per la famiglia del Partito popolare europeo. Questa elezione, in caso di vittoria dell’azzurro Tajani, potrebbe aprire un’aspra “lotta” per l’assegnazione a un esponente socialista della poltrona di Presidente del Consiglio europeo, attualmente occupata dal polacco, e popolare, Donald Tusk.

Seduta plenaria del Parlamento europeo / © European Union 2016
I PAESI BASSI AL VOTO: TRA EUROPA E ANTI-EUROPEISMO

Un altro importante appuntamento sarà quello del 15 marzo, quando i cittadini dei Paesi Bassi saranno chiamati a rinnovare il loro Parlamento. La new entry della campagna elettorale, iniziata praticamente con un anno di anticipo, è quella di Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà. Il movimento xenofobo di estrema Destra ha duramente attaccato la religione islamica e le attuali politiche migratorie gestite, secondo lui in maniera fallimentare, sia dal Governo olandese di Mark Rutte che dalle Istituzioni europee. Il Partito per la Libertà – che è leggermente avanti rispetto al partito del premier Rutte – ha in programma, qualora uscisse vincitore dalla tornata elettorale, di bandire il Corano, di limitare la realizzazione di nuove moschee e di multare chi utilizza l’hijab.

Geert Wilders, leader del Pvv / source: http://www.nu.nl
FRANCIA: MARINE LE PEN CONTRO TUTTI

L’appuntamento più attesto è sicuramente quello delle elezioni presidenziali in Francia. Il prossimo 23 aprile si terrà il primo turno che vedrà correre Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale, contro lo sfidante repubblicano François Fillon e il socialista, ed ex premier, Manuel Valls (ammesso che vinca le primarie contro l’unico sfidante, l’ex ministro delle Finanze Emmanuel Macron). Secondo alcune previsioni, la Le Pen e Fillon si giocheranno il tutto e per tutto al ballottaggio del prossimo 7 maggio, lasciando fuori dai giochi l’ex premier di François Hollande, che deve rispondere dell’eredità, a tratti catastrofica, dell’attuale Presidente della Repubblica. In caso di vittoria della leader del Fronte nazionale, gli scenari politici interni, e soprattutto nel campo della politica estera, saranno tutt’altro che certi e prevedibili.

La leader del Fronte Nazionale Marine Le-Pen / © European Union 2016
IL CAOS DELLA POLITICA ITALIANA

Dopo la crisi di Governo che ha colpito l’Italia lo scorso novembre, molti sono gli scenari che si sono aperti e che potrebbero cambiare il panorama politico dello Stivale. Con le dimissioni del premier Matteo Renzi e la nomina di Paolo Gentiloni, suo ministro degli Esteri, alla Presidenza del Consiglio in molti speravano in un cambio di rotta dell’Esecutivo italiano. In primavera, dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale, i cittadini potrebbero essere chiamati a eleggere il nuovo Parlamento che, dopo la sonora bocciatura della riforma costituzionale che ha portato alle dimissioni di Renzi, vede arrivare all’orizzonte lo spauracchio dei movimenti populisti, e antieuropeisti, della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle. L’Italia però, nel 2017, sarà presidente di turno del G7 che si terrà a Taormina, in Sicilia. Sempre quest’anno l’Italia entrerà nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu e proprio in questa sede potrebbe avere un ruolo di primo piano nella gestione della questione tra Israele e Palestina, ma anche nella gestione della fragilissima “tregua” in Siria.

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio dei ministri / source: Huffington Post
IN GERMANIA LA MERKEL VERSO IL QUARTO MANDATO

Il vero nodo resterà quello delle prossime elezioni federali in Germania del 22 ottobre, dove la cancelliera Angela Merkel (in corsa per il quarto mandato) dovrà vedersela con Frauke Petry, leader del movimento Alternativa per la Germania. L’Afd, fondato nel febbraio del 2013, è un movimento di destra, palesemente euroscettico, che è riuscito a mettere “in crisi” l’egemonia della Cdu della Merkel in Sassonia e in Pomerania (solo per citare i lander dove il partito ha avuto maggior successo), riuscendo a entrare anche in altri 8 Parlamenti regionali, sui 16 che compongono l’intera Germania. Il successo della Petry, che nel suo programma elettorale ha avanzato una maggiore lotta all’immigrazione clandestina e una ridefinizione della gestione dei flussi migratori, potrebbe arrivare soprattutto sull’onda di una eventuale vittoria di Marine Le Pen in Francia.

Frauke Petry, leader di Alleanza per la Germania / source: Frankfurter Allgemeine

Queste sono solo alcune delle “scadenze” e degli appuntamenti che aspettano l’Europa nel corso del 2017, ma non bisogna dimenticare le sfide globali. La vittoria di Donald Trump, la fragile situazione in Siria, la crisi in Ucraina, le conseguenze della Brexit, le trattative tra Palestina e Israele ma anche la lotta al terrorismo e la crisi economica che non accenna a diminuire, sono solo alcuni degli scenari aperti a livello internazionale, dai quali si capirà se l’Europa può farsi protagonista.

di Omar Porro