Kim-Trump, dove il testa a testa?

North Korean dictator Kim Jong-un (left, probably) waves to crowds on April 15, 2017 (AP Photo/Wong Maye-E, File) and Donald Trump waves on January 20, 2017 (Photo by Mark Wilson/Getty Images)

Si è parlato molto della possibilità dell’incontro diplomatico tra il presidente americano Donald Trump ed il leader nordcoreano Kim Jong-Un, e tra smentite da parte dell’establishment statunitense e il canonico silenzio del regime di Pyongyang, si moltiplicano i rumors e le speculazioni sui dettagli di un incontro al contempo sorprendente ed atteso. Una delle principali questioni necessarie per organizzare questo difficile meeting diplomatico riguarda il definire una sede adeguata; tra due nazioni più volte sull’orlo di una crisi nucleare è necessario infatti che tale sede soddisfi una serie di canoni di sicurezza e neutralità.

Secondo The Diplomat, una candidata interessante ad adempiere questo compito sarebbe Ulaanbaatar. Tsakhiagiin Elbegdorj, presidente mongolo fino al 2017, ha infatti proposto la capitale mongola come sede diplomatica dell’incontro tra le due parti, garantendo la neutralità e l’accessibilità del proprio territorio come caratteristiche idonee all’eventuale incontro tra le due potenze nucleari. La Mongolia può mettere sulla bilancia numerosi fattori che possono facilitare il buon andamento del negoziato. Oltre a una consolidata esperienza nella gestione di grandi incontri internazionali, come L’Asia-Europe Meeting dell’estate 2016, la Mongolia ha infatti relazioni diplomatiche favorevoli con entrambe le parti, e garantisce dunque una posizione super partes. Ulaanbaatar ha inoltre una buona tradizione di incontri tra la delegazione nordcoreana e gli altri attori regionali, specialmente tra Corea del nord e Giappone. Infine, l’eventuale scelta della capitale mongola come sede dell’incontro diplomatico tra Washington e Pyongyang sarebbe vista come accettabile dalle altre due grandi potenze regionali coinvolte nella crisi nucleare, Cina e Russia.