La Cina in Africa: a che punto siamo? / bollettino cinese #11

Bollettino cinese è la nostra rubrica che parla di Cina, da un punto di vista cinese. Notizie e agenzie dai media governativi cinesi con la nostra spiegazione del contesto, per capire meglio cosa sta succedendo al di là della Muraglia e quali sono i temi che la grande potenza cerca di imporre nell’agenda-setting internazionale.


Ad inizio settembre si è tenuto a Pechino il Forum per la Cooperazione Cina-Africa. Tra nuovi investimenti e infrastrutture, si è delineata la strategia cinese per il continente africano – ma c’è chi accusa Xi Jinping di aver ideato “una nuova forma di colonialismo”.

Il Forum per la Cooperazione sino-africana

Ad inizio settembre, per qualche giorno, in Africa non c’erano capi di stato e di governo. Non è stata colpa di una destituzione di massa o di qualche rito vudù, bensì tutti loro hanno accettato l’invito di Xi jinping a presenziare al terzo Forum per la Cooperazione Cina-Africa (FOCAC). L’adesione all’evento, tenutosi a Pechino il 3 e 4 settembre, è stata quasi universale, tant’è che il quotidiano Africa News ha fatto prima ad elencare i leader africani assenti (soltanto 6 su 54).

Il Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC) viene aperto presso la Sala Grande del Popolo a Pechino il 3 settembre 2018. Il presidente cinese Xi Jinping durante la cerimonia di apertura dei lavori ha tenuto un discorso dal titolo “Lavorare insieme per lo sviluppo comune e un futuro condiviso” – Xinhua/Liu Weibing

Il FOCAC è una piattaforma che si tiene ogni tre anni, alternativamente in una città cinese e una africana, dove leader e figure di spicco dei due continenti si incontrano per fare il punto della situazione circa le relazioni reciproche.

Il Forum è stato ideato nel 2000 per portare le relazioni sino-africane ad un livello di cooperazione più strutturato, proprio nel periodo in cui si cominciava a parlare di cooperazione sud-sud (ovvero tra paesi in via di sviluppo). Poi, nel decennio successivo, la Cina si è fatta consapevole del grande ruolo che l’Africa poteva giocare nella sua partita per diventare la prima potenza globale – da un punto di vista sia politico che economico.

Politico perché la Cina ha bisogno di maggiore sostegno all’interno delle organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, e l’Africa, con più di 50 stati sovrani, rappresenta una potenziale – e in futuro forse determinante – fonte di appoggio.

Commerciale perché l’Africa è ricca di risorse naturali, necessarie per sostenere la crescita economica di Pechino, e un mercato in ascesa per la vendita dei suoi prodotti lavorati.

Dal punto di vista africano, la Cina è un’ottima alternativa all’Occidente, perché la sua offerta di cooperazione non interferisce con gli affari interni: Pechino non chiede un certo livello di democrazia, o certi standard di rispetto dei diritti umani per fare affari con i leader africani, che quindi possono anche avanzare richieste più spregiudicate.

La Cina è diventata così il primo partner commerciale dell’Africa, superando già nel 2009 gli Stati Uniti, e raggiungendo un picco nel 2014, quando il commercio bilaterale toccò i 220 miliardi di dollari.

L’iniziativa cinese della Belt and Road (la Nuova Via della Seta, il progetto principe delle strategie di sviluppo di Xi Jinping) si è sposata perfettamente con l’Agenda 2063 dell’Unione Africana; un piano di sviluppo che punta a dotare l’intero continente delle infrastrutture necessarie a crescita, commercio e trasformazione tecnologica.

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Solo lo scorso anno in Kenya è stata inaugurata una linea ferroviaria di 450 km che collega il porto di Mombasa alla capitale Nairobi – costata 3,2 miliardi finanziati dalla Cina. Ad oggi uno dei progetti più ambiziosi di Pechino è quello che intende trasformare Bagamoyo, cittadina costiera della Tanzania, in una zona economica speciale dove sorgerà il più grande porto africano. Il costo stimato per l’operazione commerciale e strategica si aggira intorno ai 10 miliardi di dollari, e c’è già chi la chiama “la nuova Shenzhen”.

La strategia cinese

La strategia degli investimenti cinesi in Africa è incentrata sui cosiddetti “tre colli di bottiglia”: la mancanza di infrastrutture, la scarsità di finanziamenti e la mancanza di manodopera qualificata. Il FOCAC di quest’anno, tenutosi il 3 e 4 settembre a Pechino, ha visto tra le novità l’introduzione di un quarto punto: la lotta al cambiamento climatico.

Secondo il quotidiano cinese Xinhuanet, la Cina è pronta ad aiutare gli altri paesi in via di sviluppo a “perseguire la modernizzazione utilizzando i giusti strumenti per evitare gli effetti collaterali (sul clima, n.d.r.) che hanno accompagnato la rapida industrializzazione in passato”.

Il Presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che stanzierà 60 miliardi di dollari per lo sviluppo africano, costituiti sia da aiuti che da finanziamenti. Nel corso dei prossimi tre anni saranno implementate “otto grandi iniziative”, in settori che vanno dall’industria all’agricoltura, passando per lo sviluppo sostenibile e gli scambi culturali.

Xi Jinping mentre pronuncia il suo discorso davanti ai leader africani – Xinhua/Huang Jingwen

Il comune denominatore per tutte e otto le iniziative è l’attenzione particolare al “capacity building”. La Cina si è impegnata a fornire corsi di formazione professionale, borse di studio e programmi di scambio per attaccare il problema della limitata manodopera qualificata.

“L’obiettivo dello sviluppo delle relazioni sino-africane è il miglioramento delle condizioni di vita delle persone coinvolte”, ha dichiarato Xi, “quindi dobbiamo assicurarci che la nostra cooperazione porti benefici concreti sia in Cina che in Africa”.

Il Forum si è concluso con la firma della Dichiarazione di Beijing, documento che riassume le volontà e i progetti delle parti, al cui interno si dichiara di voler “lavorare per costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità” – una delle formule preferite di Xi nei suoi piani diplomatici.

Neocolonialismo o cooperazione?

Quella di pechino in Africa è una cooperazione win-win, oppure è una maschera che nasconde una nuova forma di colonialismo?

Sicuramente l’interesse geopolitico della Cina verso il continente è cresciuto negli anni, man mano che Pechino diventava più dipendente dal petrolio e dalle risorse africane per sfamare il suo tasso di crescita. Per non parlare dell’espansione della Nuova Via della Seta, la cui via marittima fa scalo nei porti del Kenya prima di inoltrarsi verso il cuore dell’Africa.

Tra il 2000 e il 2017 la Cina ha prestato ai governi africani un totale di 136 miliardi di dollari, secondo i dati pubblicati dal China-Africa Research Initiative della Johns Hopkins University di Washington. Molti osservatori temono che tale ammontare di finanziamenti sia troppo oneroso per le casse africane, che rischierebbero il default nel tentativo di ripagarli – anche se questa ipotesi è stata accantonata da alcuni studi.

Dal punto di vista politico, la Cina ha sempre negato le accuse di voler legare a sé i governi africani in cambio di aiuti e finanziamenti. “Gli investimenti cinesi in Africa non sottendono nessun vincolo politico”, ha prontamente rassicurato il Presidente Xi Jinping durante il Forum. Xi ha poi ribadito che le relazioni tra i due continenti seguono la politica dei “cinque no”:

  1. nessuna interferenza nel percorso di sviluppo di ciascun paese;
  2. nessuna interferenza nei loro affari interni;
  3. nessuna imposizione da parte della Cina;
  4. nessun vincolo politico riguardo alla concessione di aiuti;
  5. nessun tornaconto egoista nella concessione di finanziamenti.

I paesi occidentali osservano attentamente ciò che sta accadendo sul suolo africano per mano cinese. Come fa notare il quotidiano cinese Xinhuanet, “a seconda di dove ti trovi ora, questo Forum potrebbe non cambiarti la vita, ma – con una popolazione complessiva di oltre 2,6 miliardi di persone tra Cina e Africa – ce ne sono molte di vite in ballo”.


Le fonti di questo bollettino sono:

  • People’s Daily, Xi delivers speech at 2018 FOCAC Beijing Summit, 3 settembre 2018
  • People’s Daily, Xi ushers China-Africa ties into new era, 10 settembre 2018
  • People’s Daily, China, Africa join hands to create better future, 7 settembre 2018
  • Xinhuanet, China-Africa cooperation: the foundation for global change, 3 settembre 2018
  • Xinhuanet, Xi says China to implement eight major initiatives with African countries, 3 settembre 2018
  • Xinhuanet, Full text of Chinese President Xi Jinping’s speech at opening ceremony of 2018 FOCAC Beijing Summit, 3 settembre 2018
  • Xinhuanet, China’s “five-no” approach demonstrates real friendship toward Africa: Kenyan analyst, 6 settembre 2018

a cura di: Emanuel Garavello