L’intervista di al-Jazeera al capo di al-Nusra

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credits: Khalil Ashawi/Reuters


La tv all-news qatariota di al-Jazeera è riuscita ad ottenere un’intervista con Abu Mohammed al-Golani, leader della costola siriana di al-Qaeda: la brigata al-Nusra. L’intervista è andata in onda mercoledì sera 27 maggio 2015. al-Golani si è fatto riprendere solo di spalle, tranne in alcune riprese frontali, dove l’inquadratura arrivava al di sotto dello sterno, per celare il volto. Il giornalista de Il Foglio Daniele Raineri ha fatto notare come vi fosse uno strano rigonfiamento sugli abiti del leader del gruppo terroristico, probabilmente dovuto ad una cintura esplosiva, spesso indossata in contesti del genere per “testimoniare” la devozione al martirio.

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credits: @DanieleRaineri

Le cose più importanti dette da al-Golani.

Il leader di al-Nusra ha smentito l’esistenza del gruppo terroristico chiamato “Khorasan”, di cui effettivamente non si sapeva nulla fino al settembre del 2014, da quando cioè il Pentagono riferì di aver colpito su territorio siriano un gruppo terroristico legato ad al-Qaeda che stava preparando degli attentati  in Europa e nei paesi occidentali. Prima di allora solo due giornalisti dell’Associated Press, Ken Dilanian e Eileen Sullivan, avevano ipotizzato l’esistenza di un nuovo gruppo terroristico con “sede” in Siria, ma il cui scopo era colpire all’estero. L’articolo, dal titolo “Al-Qaida’s Syrian Cell Alarms Us“, venne pubblicato il 13 settembre 2014, e raccontava di come a questo nuovo gruppo appartenessero miliziani provenienti da Afghanistan, Yemen, Siria ed Europa. La notizia venne poi ripresa dal New York Times qualche giorno dopo, il 20 settembre. Probabilmente, fanno notare alcuni analisti, il leader di al-Nusra dice il vero: non esiste un gruppo terroristico chiamato “Khorasan”, ma esisterebbe un’ala di al-Nusra il cui compito sarebbe compiere attentati all’estero, a cui i funzionari del Pentagono hanno dato quel nome per questioni tattiche.

al-Golani ha però dichiarato che tra i compiti di al-Nusra non ci sono quelli di colpire obiettivi occidentali, espressamente vietati dalla leadership centrale di al-Qaeda. Lo stesso nome “Jabhat al-Nusra” significa “il fronte dell’aiuto”. Aiuto nel combattere l’unico vero nemico di al-Qaeda in Siria, dice al-Golani, che è Assad ed il suo regime. Spiega sempre Raineri, in un vecchio articolo su Il Foglio, che

dal punto di vista geografico, soltanto membri di al-Qaeda in Afghanistan, in Pakistan o in Yemen possono occuparsi di attacchi contro l’occidente

In alcuni passaggi sospettosamente moderati, il capo di al-Nusra ha anche detto che se la popolazione Alawita – cioè l’etnia religiosa della famiglia Assad, minoranza che ha governato il paese fino ad oggi – deponesse le armi, non ci sarebbero nei loro confronti vendette e regolamenti di conti.

Tutta l’intervista sembra studiata a mostrare ai paesi arabi e, in maniera diversa, agli occidentali, la differenza – vera o presunta poco importa – che separa il braccio armato di al-Qaeda in Siria dal Daesh. “Noi” – sembra dire al-Golani – “non siamo brutali come il Daesh, ma rappresentiamo i sunniti siriani”. Questo modo di porsi rivela una grande capacità da parte del leader di al-Nusra di intendere la realpolitik, nonostante le fondamenta religiose e settarie della propria ideologia. In un’intervista, rilasciata sempre ad al-Jazeera nel 2013, al-Golani disse che “Jabhat al Nusra non vuole governare la Siria. Ma vuole che la legge islamica governi la Siria”, dove per “legge islamica” s’intende ovviamente l’interpretazione sunnita della sharia. 

L’articolo completo lo si può trovare qui.