Migranti: frasi fatte e fatti falsi per opinioni politiche di buon senso

Capita a tutti noi di avere un’opinione personale su un fatto di attualità. Capita a tutti noi di usare frasi fatte, dati e statistiche per suffragare la nostra opinione come qualcosa di verosimile e venderla a chi ci ascolta come un pensiero di “buon senso”. Capita però che opinioni estreme cerchino queste conferme rifugiandosi in dati falsi o strumentalizzati, creando narrazioni politiche lontane da qualsiasi logica di “buon senso”. Vediamo le più evidenti raccolte nelle ultime settimane.

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Luigi di Maio. Credits: AgenPress

Luigi Di Maio – Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico

Francia e Spagna hanno chiuso i loro porti da tempo. È imbarazzante che oggi i rappresentanti di questi Paesi vengano a farci la morale soltanto perché chiediamo a tutti i nostri partner europei di condividere con l’Italia diritti, doveri e solidarietà.”

Molto semplicemente: non è vero. La Francia non ha mai chiuso i suoi porti sul Mediterraneo, per il semplice fatto che la sua zona di eventuali salvataggi in mare aperto non confina con la Libia nè con il Marocco e quindi non ha mai avuto neanche motivo di pensarlo (ha operato invece in modo molto duro a Bardonecchia ma non ci risulta che ci siano porti in quella zona). Ugualmente, la Spagna non ha mai chiuso i suoi porti, tutt’altro: nel 2018 si sono registrati 9.612 arrivi via mare.

L’Italia ha autorizzato gli sbarchi esclusivamente nei propri porti. Renzi ci ha venduti come nazione per 80 euro, in cambio di flessibilità europea per i suoi bonus”

Non solo Di Maio, ma anche Emma Bonino, sostengono la tesi che vede una sorta di via libera di Renzi sugli sbarchi in Italia in cambio di flessibilità sui conti europei. Nessuno dei due ha mai fornito prove di quanto dice ma solo associazioni di idee al limite del bislacco. Il punto è che il periodo di rinegoziazione degli accordi sui migranti (passaggio operazione da “Mare Nostrum” in “Triton“) e quello sulla flessibilità dei conti, sono stati molto ravvicinati nel tempo (fine 2013). Molti hanno già spiegato come sia ovvio che l’operazione “Triton” indichi l’Italia come possibile paese di sbarco (una cartina geografica per vedere dove sta l’Italia rispetto alla Libia ce l’abbiamo tutti, no?) e come il tortuoso percorso di ottenere flessibilità economica sia indipendente dalla questione migranti.

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Matteo Salvini. Credits: Fabio Cimaglia / LaPresse

Matteo Salvini – Vicepremier e Ministro dell’Interno

Stiamo lavorando sulla cifra 35 euro: voglio che rientri nella media europea, perché tutti i Paesi europei spendono di meno, e anche noi vogliamo spendere di meno”

Tolto che dei famosi 35 euro solo 2.5 vanno direttamente al’immigrato (altrettanto famoso “pocket money”) e il restante va tutto alle cooperative di accoglienza e agli stipendi dei loro dipendenti, non è assolutamente vero che l’Italia spende più di tutti per gestire i migranti. Per la sfortuna di Salvini (e del suo pressapochismo quando si tratta di parlare di dati), esiste un documento che elenca la spesa dei paesi europei per i migranti: il Belgio spende 51.14 euro al giorno, l’Olanda 63 euro, la Finlandia 49 euro, la Slovacchia 40 euro. Francia, Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Irlanda e Croazia spendono invece meno dell’Italia.

La priorità, di entrambi i governi (Libia e Italia), è proteggere le frontiere esterne, europee e libiche, e fermare le navi delle ong, che aiutano il traffico di esseri umani”.

Qui Salvini afferma per l’ennesima volta l’idea malsana che le ONG aiutino il traffico di esseri umani, come se ne avessero un ritorno di qualche tipo. La realtà è ben diversa: il mese scorso si è chiusa l’indagine (avviata anche grazie alle parole di Di Maio sul “business delle ONG”) sui legami tra ONG e trafficanti di uomini. Risultato? Nessun legame, la procura di Palermo chiede l’archiviazione dell’inchiesta affermando che, oltre a non esserci alcun reato di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, l’attività delle ONG (in particolare Sea Watch e Proactiva Open Arms, oggetto dell’indagine) è perfettamente in linea con le leggi italiane.

Non è possibile che, su 60 mila detenuti in Italia, 20 mila siano stranieri. Ha poco senso tenerli qua, pagandoli 300 euro al giorno

Salvini in questo caso mischia due grandi temi a lui carissimi (immigrazione e criminalità), sostenendo che l’Italia si sta svenando per mantenere un sacco di stranieri in carcere. Il primo dato è vero e confermato dal Ministero della Giustizia: al 31 maggio 2018 i detenuti in Italia sono 58.569 di cui 19.929 stranieri, pari al 34% del totale. Tuttavia sono numeri che non vanno letti senza applicare alcune dinamiche, come il fatto che in Italia si usi la custodia cautelare (il carcere prima della conclusione del processo) molto più sugli stranieri che sugli italiani. Dei 19.929 stranieri in carcere solo il 31.6% è stato condannato in via definitiva e addirittura il 37,7% di loro è detenuto in attesa di giudizio. Il secondo numero di Salvini è invece sparato completamente a caso: lo stato non spende 300 euro ma 137.34 euro al giorno per un detenuto e l’80% di questi soldi è comunque destinato alle spese per polizia penitenziaria e personale impiegato nei carceri.

L’Italia spende ogni anni 5 miliardi di euro ogni anno per l’accoglienza ai migranti”

La cifra di 5 miliardi a cui si riferisce Salvini è presente nel DEF 2018 (non sono in realtà 5 miliardi ma 4.648 miliardi), documento che, per prima cosa, certifica la riduzione degli sbarchi del 67.7% nel 2017 rispetto al 2016. Non tutti questi soldi sono stanziati per l’accoglienza ma solo il 68.6%, mentre il restante 31.6% è usato diversamente: il 18.9% per il soccorso in mare e il 12.7% per l’istruzione e la sanità.

Difesa dei confini, dalle parole ai fatti. 12 unità navali oggi donate dal Governo italiano alla Guardia costiera libica: per pattugliare, soccorrere, proteggere.”

Le donazioni fatte alla Libia non sono un’iniziativa di Salvini, nè una sua idea o del suo governo. Rientravano nel piano Minniti in cui era previsto uno stanziamento di 800 milioni di euro che implicava la cessione alla Libia di imbarcazioni, jeep, automobili e così via.

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Donald Trump. Credits: Jewel Samad/AFP/Getty Images

Donald Trump – Presidente degli Stati Uniti

Il popolo tedesco si sta rivoltando contro i suoi leader da quando i migranti stanno aumentando. Il crimine in Germania sta esplodendo. È stato un grosso errore dell’Europa permettere di entrare a milioni di persone che ora hanno cambiato in maniera così violenta la loro cultura!”

Al pari di Di Maio e Salvini, Trump usa frasi che evocano eventi falsi per supportare sue opinioni personali. L’opinione di Trump sulle migrazioni di poveracci da un paese all’altro la conosciamo tutti. Quello che però lui ignora è che non ci sono correlazioni tra la criminalità in Germania e i migranti, anzi. Il NYT ha verificato quello che ha detto Trump: in Germania il 2017 ha segnato il tasso di criminalità più basso da 25 anni. I reati commessi dagli stranieri in Germania sono calati del 2,7%, mentre gli ingressi clandestini sono diminuiti del 79,9%.