La Gran Bretagna, le ex spie, la Russia: una serie di sfortunati eventi

Da un’inchiesta BuzzFeed

From Russia With Blood

di Heidi Blake  Jason Leopold  Jane Bradleyv  Richard Holmes  Tom Warren  Alex Campbell 

L’espulsione di diplomatici russi da parte di Regno Unito e alleati e la conseguente reazione di Mosca, riportano in Europa un clima di tensione che ricorda la Guerra Fredda. Londra indica Putin come mandante del tentato omicidio dell’ex spia russa Sergej Skripal, da tempo residente sul territorio britannico. Come ci rivela un’inchiesta di BuzzFeed News, quella di Skripal non è altro che l’ultima di una lista di morti sospette.

L’inchiesta

I giornalisti di BuzzFeed hanno portato alla luce una particolare tendenza avviata con l’ascesa al potere di Vladimir Putin nel 2000, legittimata nel 2006 dalla creazione di una licenza a uccidere e concretizzatasi con l’assassinio di chiunque sia ritenuto un nemico della Russia, ovunque esso si trovi.

In più occasioni, tale modus operandi è stato realizzato in territorio britannico, dove le autorità hanno preferito chiudere un occhio per evitare che venisse interrotto l’ingente flusso di denaro che i russi riversano nelle banche inglesi. Si è a lungo pensato che il silenzio del governo inglese fosse in parte dovuto anche alla volontà di contenere le enormi conseguenze politiche che l’ammissione pubblica del fenomeno avrebbe comportato, oltre che alla necessità di prevenire la crisi diplomatica.

Approfondimenti successivi hanno portato alcuni osservatori a parlare di paura del Regno Unito di non essere in grado di contrastare la forza e l’aggressività che la Russia ha dimostrato in questi anni, a fronte di capacità interne ulteriormente limitate dal taglio ai fondi per la polizia effettuato da Theresa May quando ancora era Ministro degli Interni.

Questo atteggiamento di laissez faire adottato dalle autorità di sua maestà, come descritto da BuzzFeed, è stato particolarmente evidente in due casi recenti, riguardanti le morti di Alexander Perepilichnyy e Scot Young, avvenute rispettivamente nel novembre 2012 e nel dicembre 2014.

Illustrazione di Tomer Hanuka per la rivista The Atlantic

Le morti

La morte di Perepilichnyy, finanziere di origini ucraine rifugiatosi nella cittadina inglese di Surrey, è stata frettolosamente dichiarata “per cause naturali”. L’uomo è stato trovato in fin di vita a causa di un infarto davanti alla sua abitazione, al ritorno da un misterioso viaggio a Parigi, dove ha passato due giorni in compagnia della fashion designer Elmira Medynska. Il sospetto che la morte fosse tutt’altro che naturale era giustificato dal fatto che Perepilichnyy avesse subito minacce in seguito alla sua denuncia ai danni di alcuni funzionari del governo russo, accusati di essere autori di una frode fiscale di 230 miliardi di dollari.

Foto di Elmira Medynska dal suo profilo Instagram / Via Instagram: @elmiramedins

Il governo inglese, rifiutandosi di commentare prima del termine dell’indagine, ha volontariamente estromesso alcuni dettagli. Dettagli che è stato possibile conoscere due anni dopo, quando è stato rivelato che lo stomaco di Perepilichnyy conteneva tracce di un veleno raro, ottenibile da una pianta cinese comunemente conosciuta come “erba dello strazio”.

Le autorità francesi sono dunque state costrette ad avviare un’investigazione per scoprire se la somministrazione del veleno fosse avvenuta proprio durante il soggiorno francese del finanziere, ricevendo però una risposta negativa all’offerta di indagine congiunta fatta agli inglesi.

La Medynska ha inoltre riferito, in esclusiva ai giornalisti di BuzzFeed, di aver visto l’uomo particolarmente stressato, probabilmente perché consapevole di essere sulla lista nera della mafia russa. La giovane donna, all’epoca degli avvenimenti completamente ignara del passato di Perepilichnyy, ha ammesso di aver fatto in seguito delle ricerche sull’uomo che aveva tentato di comprare il suo affetto tramite dello shopping parigino, commentando i sui guai con il governo russo con un lapidario «se dai informazioni sulla Russia può succedere»

Questa mancanza di incisività da parte della polizia inglese, incapace di evitare che una Russia rincuorata faccia piazza pulita dei propri nemici, le è valsa l’accusa di scarsa competenza da parte dei servizi di Intelligence americani, che temono la diffusione di questa tendenza anche sul proprio suolo. Le indagini di BuzzFeed hanno infatti portato alla luce sospetti e paure dei servizi segreti americani, a cui la stessa l’MI6 (Military Intelligence section 6), l’intelligence britannica, si è rivolta sperando di ottenere informazioni prima di essere messa a tacere.

Le agenzie statunitensi hanno rivelato di aver provveduto, attraverso la condivisione di intercettazioni, materiali di pubblico dominio e fonti dirette, ad avvertire le autorità inglesi di un possibile collegamento tra 14 omicidi riconducibili al Cremlino o alla mafia, che non di rado agiscono in maniera collusa.

All’interno di questo elenco è presente anche l’emblematico caso della morte di Scot Young – impresario edile trovato impalato la mattina dell’8 dicembre 2014 in un sobborgo a ovest di Londra – sbrigativamente archiviato come suicidio dagli investigatori inglesi. Young era membro di un circolo di 9 uomini, tutti morti in circostanze sospette in territorio britannico, che godeva della protezione dell’imprenditore russo Boris Berezovsky, fino al decesso di quest’ultimo, ritrovato impiccato nel proprio bagno nel 2013.

Berezovsky, proprietario di alcuni canali televisivi russi, è stato costretto all’esilio all’inizio del nuovo millennio a causa della sua aspra critica nei confronti del neo-presidente Vladimir Putin, che non si è trattenuto nel distruggere l’impero economico di Berezovsky in madrepatria. La “colpa” di Young, è stata impedire che tale impero fosse effettivamente distrutto del tutto, rinvestendo i capitali di Berezovsky nell’acquisto di beni di lusso.

Le figlie di Young, Sasha e Scarlet, presto disilluse dalle conclusioni della polizia locale, hanno preferito avviare un’indagine parallela a quella ufficiale. Troppi elementi hanno alimentato nelle due sorelle il sospetto che gli eventi reali non corrispondessero a quelli narrati dalla polizia, a partire dall’apertura della finestra al momento del presunto suicidio – 50 cm – decisamente al di sotto delle misure necessarie ad agevolare il passaggio di un aspirante suicida delle dimensioni di Young.

Segni di graffi sul davanzale e ferite su braccia e testa, che – a parere dello stesso patologo che ha svolto l’autopsia sul corpo di Young, il Dr Nathaniel Cary – sarebbero tipiche di una persona che «cerca di tenersi aggrappata per non cadere» non aiutano a rendere meno oscuro lo scenario.

BuzzFeed.com

Sasha e Scarlet, nonostante al funerale del padre fossero state avvertite da uno sconosciuto di interrompere la ricerca di ulteriori informazioni, hanno avuto occasione di avere un colloquio anche con il Detective Christopher Page, l’ufficiale che ha definito la morte di Young non sospetta, facendogli notare come in realtà fosse possibile osservare un legame tra la morte del padre e quelle di alcuni suoi amici e associati, deceduti anch’essi in circostanze poco chiare.

Page, dimostratosi poco flessibile a cambiare opinione, ha più volte ripetuto come la telefonata, avvenuta pochi minuti prima del fatto, all’ex fidanzata Noelle Reno, nella quale minacciava di buttarsi dalla finestra, precludesse ogni tipo di indagine successiva. In risposta ad una domanda sui segni lasciati sul davanzale, Page ha riposto con un negligente «era buio e non ci ho fatto caso, non sono più tornato nelle ore di luce».

I recenti sviluppi dovuti al grande clamore internazionale che ha seguito la morte dell’ex spia Sergej Skripal e le numerose somiglianze metodologiche con il caso Perepilichnyy hanno convinto l’Home Secretary Amber Rudd a riaprire il caso Perepilichnyy e fare lo stesso con tutte le altre 14 morti sospette che l’Intelligence americana collega alla Russia.

Qui di seguito i link per approfondire l’inchiesta di BuzzFeed, divisa in sette parti.

Part One: Poison In The System
Part Three: The Man Who Knew Too Much
Part Four: The Secrets Of The Spy In The Bag
Part Five: Everyone Thinks He Was Whacked
Part Six: Holes In The Investigation
Part Seven: Christopher Steele’s Other Report

a cura di Riccardo Stifani