A distanza di 20 anni, è impossibile lasciarsi alle spalle una delle pagine più oscure della storia contemporanea. Lo sterminio più sanguinoso d’Europa dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il massacro di Srebrenica operato dalle forze serbe in Bosnia a scapito di più di 8000 tra uomini e bambini musulmani resta un caso politico, una fallimento internazionale, un crimine contro l’umanità.
È il 1992, il conflitto in Bosnia è solo parte della grande guerra in corso in ex Jugoslavia. il generale Radovan Karadzic, autorizza la pulizia etnica per liberare le provincie serbe in Bosnia dai musulmani. Srebrenica viene dichiarata “zona protetta” sotto mandato ONU e i bosniaci cercano di rifugiarvisi in cerca di protezione.
Il 9 luglio 1995, la zona è sotto i colpi dei serbo bosniaci comandati da Mladic che assediano la città da più punti. Le regole di ingaggio dei Caschi blu – tre compagnie di reclute olandesi – non consentono alcuna azione in risposta alla forza esercitata. Parte dei rifugiati si trova nella ex fabbrica di batterie di Potocari dove le Nazioni Unite hanno costruito il loro compound, ma questa, secondo le forze internazionali, non è grande abbastanza da ospitare tutti. Gran parte di questi è costretta a rifugiarsi nei boschi.
L’11 luglio i serbi entrano a Srebrenica e setacciano le zone circostanti. I miliziani serbo-bosniaci separano donne, bambini e anziani dai maschi fra i 12 e i 77 anni. Gli uomini sono massacrati a freddo, uno dopo l’altro, e gettati in fosse comuni. Le uccisioni sono più di 8mila (con un numero ancora imprecisato di dispersi). Abusi e violenze sono segnalati anche fra le donne.
Le forze ONU non intervennero per ragioni mai state chiarite. La versione ufficiale recita che i 600 caschi blu nella zona non erano preparati e armati a sufficienza per contrastare le forze serbo-bosniache. Gli ufficiali chiesero più di una volta un intervento aereo, ma solo l’11 luglio gli alti comandi militari trovarono un accordo per intervenire.
Solo due caccia olandesi attaccarono le postazioni serbe senza sortire particolari effetti. Una seconda tesi non ufficiale sostiene che i rifugiati di Srebrenica furono usati come merce di scambio dai comandanti delle battaglione interforze che avevano negoziato, due mesi prima, la liberazione di Caschi blu olandesi fatti prigionieri dai serbi.
Esiste ancora una versione ulteriore e più politica. Sembra infatti che governi europei vedessero con favore la caduta dell’unica enclave musulmana in quella parte di Bosnia, prospettando una più semplice ripartizione delle terre, che in effetti ci fu.
Il comandante serbo -bosniaco Ratko Mladic, accolto da un ufficiale francese della Legione Straniera al suo arrivo a una riunione delle Nazioni Unite il 12 Aprile 1993 – Reuters
13 luglio 1995, una donna non identificata e sua madre rifugiate a Srebrenica piangono non avendo notizie del resto della famiglia. Base delle Nazioni Unite a nord di Sarajevo – Darko Bandic/Associated Press
In questa fotografia scattata il 31 marzo 1994, i rifugiati musulmani vengono trasportati su un camion delle Nazioni Unite per fuggire dalla città di Srebrenica assediata dai serbi. – Pascal Guyot/AFP/Getty Images
Il comandante serbo -bosniaco Ratko Mladic distribuisce lattine di bevande ai musulmani bosniaci, profughi dai Srebrenica, mentre aspettano di essere trasportati dal orientale villaggio bosniaco di Potocari al centro detenuti di Kladanj vicino Olovo il 12 luglio 1995 – Reuters
13 luglio 1995, i caschi blu olandesi guardano i rifugiati musulmani di Srebrenica riunirsi nel vicino villaggio di Potocari. Testimoni impotenti di un massacro che ha segnato le loro vite e la storia del loro paese –
4 febbraio 1996, i resti scheletrici di vittime del massacro di Srebrenica del 1995 si trovano su una collina appena a ovest di Srebrenica – Alexander Zemlianichenko/Associated Press
Rifugiati bosniaci di Srebrenica piangono i loro uomini dispersi nel campo profughi presso l’aeroporto di Tuzla il 14 luglio 1995 – Wade Goddard/Reuters
Un gruppo di musulmani bosniaci, profughi di Srebrenica si riuniscono per il trasporto dal villaggio bosniaco orientale di Potocari il 13 luglio 1995 – Reuters
17 luglio 1995, rifugiati bosniaci piangono vedendo loro padre (e marito) tornare alla base aerea delle Nazioni Unite a Tuzla , in Bosnia, dopo essere sopravvissuto alla marcia della morte di sei giorni di Srebrenica. – Michel Euler/Associated Press
14 luglio 1995. In questa foto, Ferida Osmanovic viene trovata impiccata in un bosco fuori dalla base delle Nazioni Unite presso l’aeroporto di Tuzla. La donna di circa 20 anni identificata dai sopravvissuti di Srebrenica, si è impiccata con una coperta strappata – Darko Bandic/Associated Press
Esperti forensi internazionali esaminano decine di corpi in una fossa comune nell’enclave serba di Pilicer – Kevin Coombs/Reuters
Ritratti di musulmani bosniaci , vittime del massacro di Srebrenica 1995 , vengono incollati sulla parete in una stanza dove i sopravvissuti si sono riuniti nella città bosniaca di Tuzla. 7 Luglio 2005 – Damir Sagolj/Reuters
9 Luglio 2005. Un uomo piange sulle bare dei 613 musulmani bosniaci scoperti in fosse comuni a Potocari, fuori Srebrenica. – Dusan Vranic/Associated Press
I cognomi delle vittime uccise durante la caduta di Srebrenica sono visualizzate su un muro al centro memoriale di Potocari vicino Srebrenica – Amel Emric/Associated Press
Izudin Alic, 24 anni , musulmano bosniaco, di fianco alla lapide del padre al cimitero memoriale di Potocari. Alic è apparso in un video con Ratko Mladic che gli batteva la mano sulla testa assicurandolo che sarebbe stato al sicuro a Srebrenica poche ore prima sovrintendere l’omicidio di 8.000 uomini e ragazzi – Almir Alic/Associated Press
5 agosto 2003. Gli esperti della Commissione Internazionale sulle Persone Scomparse in Bosnia, ispezionano i resti trovati in una fossa comune nei pressi del villaggio bosniaco orientale di Memici, circa 50 chilometri a nord est di Sarajevo – Amel Emric/Associated Press
Alic Mina piange vicino alla tomba di suo figlio Mihrudin, prima dell’inizio di un funerale di massa nel villaggio di Memici. 1 giugno 2011 – Dado Ruvic/Reuters
Un esperto della Commissione Internazionale per le Persone Scomparse lavora con campioni di DNA per l’identificazione delle vittime della guerra in Bosnia a Sarajevo il 27 maggio 2011 – Amel Emric/Associated Press
Una donna con un ritratto di Ratko Mladic reagisce nel corso di una manifestazione a sostegno del serbo bosniaco, a Banja Luka il 31 maggio 2011 – Ranko Cukovic/Reuters
I sostenitori Ratko Mladic sventolano una bandiera con la sua immagine e le parole « eroe serbo » durante una manifestazione organizzata degli ultra nazionalisti serbi davanti alla sede del Parlamento il 29 maggio 2011, a Belgrado – Srdjan Stevanovic/Getty Images
Ratko Mladic saluta alla sua prima apparizione al Tribunale penale internazionale il 3 giugno 2011 a L’Aia, dopo essere stato stato dichiarato idoneo a essere processato dal tribunale di Belgrado . Mladic è stato arrestato 26 maggio 2011 dopo essersi nascosto per 16 anni. È accusato di crimini contro l’umanità.
[…] questo giovedì è stato dichiarato colpevole di crimini di guerra, tra i quali il massacro di Srebrenica (dove più di 8000 bosniaci vennero massacrati dalle forze serbe) dal Tribunale Internazionale […]
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