La Cina dopo l’Assemblea Nazionale del Popolo / bollettino cinese #6

Ju Peng / Xinhua
Bollettino cinese è la nostra rubrica che parla di Cina, da un punto di vista cinese. Notizie e agenzie dai media governativi cinesi con la nostra spiegazione del contesto, per capire meglio cosa sta succedendo al di là della Muraglia e quali sono i temi che la grande potenza cerca di imporre nell’agenda-setting internazionale.


Xi Jinping è il leader cinese con più potere dai tempi di Mao Zedong. L’Assemblea Nazionale del Popolo tenutasi nelle scorse settimane ha cementato la sua leadership, approvando importanti riforme per rinnovare il paese in ambito amministrativo, economico e sociale. Ecco quale sarà la linea politica del partito per i prossimi decenni.

L’Imperatore Xi

L’Assemblea Nazionale del Popolo, che si riunisce annualmente a marzo, è quella cosa che nel sistema politico cinese più si avvicina ad essere un “parlamento”. Tant’è che, anche se non se ne parla mai, è composto da ben 8 partiti, oltre ovviamente al Partito Comunista Cinese (Pcc) che di fatto possiede il numero maggiore di membri componenti l’Assemblea e di conseguenza un pieno potere decisionale.

In rosso i seggi del Pcc, gli altri partiti si spartiscono il resto, per gentile concessione – Momocalbee / Wikimedia

Capire quello che succede nel corso di queste Assemblee è di conseguenza un ottimo indicatore della volontà del Partito Comunista, i cui esponenti (e soprattutto Xi Jinping) fanno approvare in plenaria i progetti per l’anno che verrà. Quello che è successo quest’anno è particolarmente importante per il futuro non solo cinese, ma globale. Andiamo con ordine.

Innanzitutto l’Assemblea ha approvato la modifica costituzionale di cui numerose testate internazionali avevano già parlato nei giorni scorsi, ovvero l’abolizione dei limiti temporali al mandato del Presidente Xi Jinping. Il limite di due mandati da 5 anni ciascuno era stato fortemente voluto da Deng Xiaoping all’indomani della caduta di Mao Zedong, per evitare una nuova (disastrosa) concentrazione eccessiva del potere. Xi diventa così ufficialmente il leader cinese con maggior potere dai tempi di Mao.

Gli emendamenti alla Costituzione prevedono anche l’inserimento in essa del pensiero di Xi Jinping sul “socialismo con caratteristiche cinesi”.

Il People’s Daily, quotidiano del Pcc, scrive che gli emendamenti alla Costituzione erano necessari per “sviluppare il socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era ed affrontare la domanda di modernizzazione del sistema di Governo”.

Su Wei, professore della Scuola del Partito (istituzione che si occupa della formazione dei membri del Partito Comunista), è convinto che

specialmente tra il 2020 e i 2035, periodo cruciale per la realizzazione della modernizzazione socialista, la Cina e il PCC hanno bisogno di una leadership stabile e affidabile. Pertanto l’abolizione della clausola costituzionale che impone i limiti di mandato è necessaria per servire l’interesse nazionale e la storica missione del Partito”.

Naturalmente la massiccia censura cinese ha fatto in modo che le critiche in merito alla decisione non trapelassero. Senonché c’è stato un divertente siparietto durante una conferenza stampa che ha mandato in crisi i politici cinesi: in un video ormai virale si vede la giornalista Liang Xiangyi che alza gli occhi al cielo sentendo un commento adulatorio di una collega verso l’operato del Partito. Il gesto della reporter è stato apprezzato da molti cinesi, che a quanto pare condividono l’umore di Xiangyi.

Durante l’Assemblea si è poi discusso e votato in merito a diversi temi, vediamo i principali.

Il “sogno cinese”

L’Assemblea si è aperta all’insegna del “sogno cinese” così come spiegato da Xi Jinping. L’obiettivo è quello del “grande ringiovanimento della nazione” che cambierà la Cina in tre fasi: primo, costruire una società “moderatamente prospera” entro il 2020; secondo, realizzare le riforme di modernizzazione socialista; terzo, fare della Cina un grande, prospero, democratico, culturale e armonioso paese socialista.

Le riforme politiche passano dalla nomina della nuova squadra di Governo, che conferma Li Keqiang quale Primo Ministro e introduce Wang Qishan (storico alleato di Xi) quale nuovo Vice Presidente e Yi Gang alla presidenza della Banca Centrale.

L’Assemblea ha successivamente approvato la nuova “Supervision Law, il provvedimento più criticato dalla comunità internazionale insieme agli emendamenti alla Costituzione. Questa prevede un nuovo super-organo amministrativo responsabile della lotta alla corruzione – tema molto caro al Presidente cinese – la National Supervisory Commission.

Membri del personale di sicurezza presenziano durante l’Assemblea – Reuters

L’Agenzia avrà poteri di indagine ed inchiesta sull’intero apparato statale, con la possibilità anche di disporre la detenzione dei singoli individui nel corso delle investigazioni.

Questo immenso potere spaventa l’occidente: l’Agenzia agisce in modo parallelo e indipendente rispetto al sistema giudiziario, senza un bilanciamento dei poteri e permettendo facilmente di essere utilizzata per estromettere gli oppositori del Partito, o dei voleri di Xi, non solo i funzionari corrotti.

Amnesty International ha espresso le sue criticità tramite Nicholas Bequelin, Responsabile regionale per l’Asia dell’est:

La Supervision Law è una minaccia per i diritti umani in Cina. Espone decine di milioni di persone al pericolo di un sistema segreto e non tracciabile che si pone al di sopra della legge. By-passa le istituzioni giuridiche creando un sistema parallelo governato dal Partito Comunista Cinese in solitaria, senza contro bilanciamenti esterni”

Sul piano internazionale, Xi Jinping continua a rassicurare il mondo: “la Cina non mira all’egemonia globale, né punta all’espansione esterna”. Durante l’Assemblea si è però discusso circa le relazioni diplomatiche con alcuni paesi chiave tra cui le Coree, la Russia e il Giappone – oltre al delicato rapporto con gli USA.

Il Premier Li Keqiang ha detto che la Cina continuerà l’impegno per mantenere la stabilità dei rapporti tra la Corea del Nord e la Corea del Sud, spingendo per un processo di denuclearizzazione. Il Primo ministro ha successivamente dichiarato la volontà di Pechino di sviluppare relazioni amichevoli con Russia e Giappone, e proprio a tale scopo sta pianificando una visita di stato a Tokyo.

Economia, società, difesa e ambiente

Conclusa l’Assemblea il Premier Li Keqiang ha partecipato ad una conferenza stampa dove ha dichiarato la volontà cinese di aprire maggiormente la sua economia al mondo. Li ha detto che Pechino intende facilitare l’accesso al mercato per l’import di beni e servizi tramite la diminuzione dei dazi all’ingresso, nonché incentivare gli investimenti stranieri in Cina. “Abbiamo l’intenzione di rendere il mercato cinese più equo sia per le aziende straniere che per quelle domestiche” ha detto il Premier.

Il premier cinese Li Keqiang applaude durante la sessione conclusiva dell’annuale Assemblea nazionale nella Sala Grande del Popolo a Pechino, martedì 20 marzo 2018 – Ng Han Guan / AP Photo

A partire dal 2016 la Cina ha gradualmente rilassato la sua controversa politica del figlio unico, permettendo alle coppie di avere due figli. Il controllo demografico ha però creato un forte scompenso nella popolazione, che oggi sta invecchiando con il rischio di una diminuzione futura della forza lavoro. Per questi motivi l’Assemblea ha deciso di adottare una politica più liberale, trasformando anche la Commissione per la Sanità e la Pianificazione Familiare in semplice Commissione per la Salute.

Un’altra riorganizzazione amministrativa riguarda la creazione del nuovo Ministero dell’Ambiente, che svolgerà un ruolo centrale soprattutto nel controllo delle emissioni inquinanti – uno dei maggiori problemi delle città cinesi, come testimoniano le molte foto di persone in mascherina che si muovono in una Pechino dal cielo plumbeo.

Per raggiungere il primo obiettivo del programma di rinnovamento di Xi Jinping che abbiamo menzionato sopra (costruire una società “moderatamente prospera” entro il 2020), la Cina deve agire anche in favore degli strati più poveri della sua società.

Oggi ci sono 30 milioni di cinesi che vivono al di sotto della soglia di povertà – concentrati perlopiù nelle zone rurali. Certo è che Pechino ha fatto sorprendenti progressi, considerando che il tasso di persone che vivono con meno di due dollari al giorno è passato dall’88% del 1981 al 6,5% del 2012. Entro il 2020, la Cina intende eliminare del tutto la povertà assoluta, anche attraverso la creazione di ben 13 milioni di posti di lavoro, secondo quanto dichiarato dal Premier Li Keqiang.

Quanto alla difesa, la modernizzazione delle forze armate cinesi è sempre stato un punto fondamentale della politica di Xi Jinping. La Cina possiede l’esercito più numeroso del pianeta, ma intende tagliare il personale per concentrare le risorse su infrastrutture e tecnologia. L’Assemblea ha ratificato un budget militare di 175 miliardi di dollari, il più alto degli ultimi tre anni. Questo potrebbe far innervosire i suoi avversari regionali, specialmente se continuerà la costruzione di infrastrutture militari nel Mar Cinese Meridionale (di cui abbiamo parlato nello scorso bollettino).


Le fonti di questo bollettino sono:

  • People’s Daily Online, Making proper amendments to Constitution is necessary, 26 febbraio 2018;
  • People’s Daily Online, Xi looks ahead with the Chinese Dream and its worldwide impact as NPC session closes, 20 marzo 2018;
  • People’s Daily Online, Chinese national legislature decides on new cabinet lineup, 19 marzo 2018;
  • China Daily, Supervision law gives legal teeth to China’s graft-busting agency, 20 marzo 2018;
  • People’s Daily Online, Xi: China’s development poses no threat to others, 20 marzo 2018;
  • People’s Daily Online, Premier Li pledges “utmost efforts” to maintain stability in Korean Peninsula; 20 marzo 2018;
  • People’s Daily Online, Chinese Premier Li Keqiang talks about economy, reform and diplomacy, 20 marzo 2018;
  • People’s Daily Online, Premier Li pledges wider opening of Chinese market, 20 marzo 2018;
  • People’s Daily Online, China to create over 13 mln jobs in 2018: Premier Li, 20 marzo 2018

 

di Emanuel Garavello con la collaborazione di Matteo Bressan