Cosa pensano i rifugiati siriani, in due sondaggi

Un rifugiato siriano bacia il suo bambino all'arrivo a Kos (Grecia).
Un rifugiato siriano bacia il suo bambino all'arrivo a Kos (Grecia). Credit to: Getty Images
La situazione siriana è un inferno. Capire cosa sta succedendo è doveroso in quanto esseri umani e indispensabile per la comprensione di quei fenomeni che travalicano i confini naturali di quella terra. Per questo motivo la nostra Rivista seguirà più da vicino la guerra siriana, che in realtà sono tante guerre diverse e sovrapposte, in modo da fornire un quadro sempre aggiornato e il più chiaro possibile.siria logo

Troppo spesso si parla di Siria senza interpellare i siriani; leggere cosa hanno da dire potrà stupire dato che non coincide con i luoghi comuni cui siamo abituati. Oltre 12 milioni di profughi, di cui 4 milioni rifugiati (2 nella sola Turchia) e 8 milioni di sfollati interni: sono queste le cifre del più grande esodo dalla II Guerra Mondiale, e quelli che seguono sono due sondaggi che per la prima volta interpellano i diretti interessati sul perchè fuggono, da chi, e cosa servirebbe loro per poter rimanere in Siria.

[ecko_alert color=”orange”]Germania[/ecko_alert]

Il sondaggio, il primo in Europa sui rifugiati, è stato condotto tra il 24 settembre e il 2 ottobre 2015, ha coinvolto 889 rifugiati siriani in 12 centri di accoglienza a Berlino, Hannover, Brema, Lipsia e Eisenhüttenstadt ed è stato gestito dai ricercatori del Berlin Social Science Center (WZB). Questi sono i risultati, presentati alla Bundespressekonferenz di Berlino il 7 ottobre 2015.

1. Qual è la ragione principale per cui sei fuggito?

Il 68,6% fugge perchè la sua vita è in pericolo, il 13,3% per motivi economici (inaccessibilità ai beni di primi necessità, inflazione, disoccupazione), l’8,1% per sfuggire al reclutamento, il 6,5% per il ricongiungimento familiare, lo 0,9% perchè in possesso di passaporto europeo.

Grafico 1: qual è la ragione principale per cui sei fuggito dalla Siria?
Credit to: Berlin Social Science Center

2. Chi è il responsabile della situazione in Siria?

Il 69,5% dichiara che l’esercito di Assad e i suoi alleati sono i responsabili della guerra in Siria, il 31% incolpa ISIS, il 17,8% l’FSA, il 16,3% al-Nusra, l’8,3% i curdi dell’YPG. Il regime di Assad è maggiormente temuto per arresti e presa in ostaggio (77%), seguono ISIS (42%) e altri gruppi armati (20%). Gli intervistati dichiarano che minacce alla loro vita arrivano dalla violenza del conflitto (92%), dalla paura di essere arrestati o presi in ostaggio (86%) e dai barili bomba (73%). La causa di queste 3 minacce è attribuita al governo di Assad (l’aviazione siriana è anche l’unica a possedere e fabbricare barili bomba).

Grafico 2: Chi è il responsabile della guerra in Siria?
Credit to: Berlin Social Science Center

3. Cosa ti spingerebbe a tornare in Siria?

Per il 67,8% la fine della guerra, ma per il 51,5% la rimozione di Bashar al-Assad è una precondizione per il ritorno in patria, sorprendentemente più della rimozione di ISIS (43,8%). Il 42% degli intervistati vede nelle elezioni libere la condizione per rientrare in Siria, mentre il 28,8% auspica una riconciliazione tra i vari gruppi in guerra e il 16,1% l’autonomia per i curdi. Solo l’8,4% non vuole tornare in Siria.

Grafico 3: Cosa ti spingerebbe a tornare in Siria?
Credit to: Berlin Social Science Center

4. Pensi che i siriani fuggirebbero di meno se….

Alla domanda circa le opzioni politiche disponibili per l’UE e la comunità internazionale per arginare il flusso di profughi dalla Siria, il 58% richiede la creazione di una no-fly zone, il 38% la fine di tutte le vendite di armi ai gruppi armati in Siria, il 24,3% maggiori aiuti umanitari, il 5,8% maggiore sostegno al governo di Assad.

Grafico 4: pensi che i siriani fuggirebbero di meno se....
Credit to: Berlin Social Science Center

5. Da quale provincia vieni?

Grafico 5: da quale provincia provieni?
Credit to: Berlin Social Science Center

[ecko_alert color=”orange”]Turchia[/ecko_alert]

Anche il sondaggio condotto da giornalisti del Washington Post nel campo profughi turco di Kilis (gestito dall’UNHCR) nel 2014 anticipava la stessa tendenza. Secondo quei dati, il 43,3% dei civili scappava perché le truppe di Assad avevano occupato le loro città; il 32% perchè le truppe di Assad avevano distrutto le loro case, il 35% perché minacciato con la violenza qualora non le avesse abbandonate e il 26,7% perchè non aveva altro posto in cui andare; il 13% perchè gruppi ribelli avevano preso il controllo delle loro città. Altri indicavano i costi sempre più elevati per trovare beni di prima necessità (31,7%). Il 56% concordava sul fatto che era troppo pericoloso rimanere.

Grafico sulle percentuali relative a cosa spinge i civili siriani a fuggire.
Grafico sulle percentuali relative a cosa spinge i civili a fuggire. Credit to: Washington Post

Conclusioni

Sebbene questi dati siano frutto di un campione necessariamente limitato di rifugiati, sono comunque chiarissimi circa il fatto che la maggior parte dei siriani fugge dal regime di Assad e dai bombardamenti sulle città della sua aviazione (talvolta con barili bomba e gas clorino), come peraltro i dati sulle cause di morte tra i civili dimostrano; emerge anche chiaramente che la soluzione migliore per i siriani in fuga sarebbe una no-fly zone che li proteggesse proprio dai bombardamenti, impedendo agli aerei del regime di sorvolare la zona. Va precisato inoltre che questi dati escludono l’intervento russo in Siria come parametro in quanto quest’ultimo è iniziato il 30 settembre, a sondaggio già avviato. Il che non è trascurabile, se si considera che le operazioni russe sui cieli di Idlib e Aleppo hanno già spinto almeno 35 mila persone ad abbandonare queste città, e starebbero spingendo 120 mila civili a fare altrettanto, aggravando ulteriormente la crisi dei profughi di guerra.

Rifugiati siriani entrano in Serbia dall'Ungheria seguendo i binari ferroviari.
Rifugiati siriani entrano in Serbia dall’Ungheria seguendo i binari ferroviari. Credit to: Dan Kitwood/Getty Images
di Samantha Falciatori