Le crisi ai tempi di Twitter

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Aumenta la tensione tra gli Stati Uniti e la Russia, a seguito dell’attacco chimico perpetrato ai danni della popolazione di Douma, sobborgo della Ghouta orientale a est di Damasco, sabato 7 aprile. Donald Trump in un tweet ha avvisato la Russia: “tieniti pronta, perché (i missili) stanno per arrivare, belli, nuovi e ‘intelligenti’! Non dovreste essere alleati di un animale assassino, che uccide la sua gente con il gas e si diverte!”.

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La risposta del governo di Mosca è arrivata a stretto giro di posta tramite l’ambasciatore russo presente in Libano, Alexander Zasypkin, il quale ha sottolineato che ‘I missili ‘intelligenti’ dovrebbero volare verso i terroristi, non verso il governo legittimo” della Siria e ribadito come “le forze russe risponderanno a qualsiasi aggressione degli Stati Uniti contro la Siria” e l’esercito si riserverà il diritto di “abbattere i missili” e “distruggere le fonti di lancio’.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha invitato alla calma e ha ribadito la mancanza di interesse verso la diplomazia di Twitter: “prenderemo in considerazione approcci seri e crediamo che sia importante non prendere iniziative che potrebbero compromettere una situazione già delicata”.

Il presidente degli Stati Uniti ha alzato i toni dopo che martedì 10 aveva deciso di cancellare la sua prima visita in Sudamerica. Il viaggio lo avrebbe portato in Colombia e in Perù, più precisamente a Lima, dove avrebbe dovuto partecipare all’ottavo “Summit delle Americhe”, che si terrà il 13 e 14 aprile.

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A rivelare la notizia è stata la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, che ha affermato come il presidente degli Stati Uniti abbia rimandato il tour al fine di elaborare una risposta in merito all’attacco chimico di Douma, il sobborgo alle porte di Damasco controllato dai ribelli anti-Assad. Donald Trump, nella giornata di lunedì 10 aprile, aveva promesso una reazione immediata “all’orribile attacco che è stato perpetrato nei pressi di Damasco” entro 24/48 ore, assicurando che “tutti pagheranno un prezzo”.

Durante l’incontro delle Nazioni Unite, tenutosi lunedì 10 aprile, l’ambasciatore di Mosca Vassily Nebenzia ha accusato gli Stati Uniti, di aver montato un caso inesistente per addossare le colpe alla Russia e Iran: “Le notizie dell’ attacco chimico sono solo fake news per distogliere l’attenzione dal caso Skripal”. Trump, che non attenderà un riscontro da parte dell’Onu, ha ribadito che “Se è la Russia, se è la Siria, se è l’Iran, se l’hanno fatto tutti insieme, lo scopriremo“.

Di Daniel Rizzo