La BCE potenzierà il Quantitative easing

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credits: EPA/BORIS ROESSLER
di Giovanni De Gregorio
Il Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha confermato venerdì scorso che farà di tutto per sostenere una più alta inflazione nella zona Euro. Quali sono gli strumenti a sua disposizione e come possono influire sull’economia? La data da segnarsi è il 3 dicembre, quando si riunirà il Consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte.

Il consiglio direttivo della BCE ha approvato a Gennaio il piano per il Quantitative easing (QE), quell’operazione di politica monetaria adottata da una banca centrale consistente nell’acquisto di titoli, generalmente azioni e titoli di stato, con denaro di nuova emissione, con l’intenzione di stimolare la crescita economica. Alcuni analisti hanno sottolineato l’importanza di aver messo in moto questo processo. In un discorso tenuto a Milano a inizio novembre, il Governatore della BCE Mario Draghi ha detto che che presto potrebbero arrivare potenziamenti agli stimoli monetari, e ha ricordato che l’istituto che lui presiede può far ricorso a diversi strumenti di politica economica all’interno della cornice del QE, tra i quali figurano anche gli acquisti di strumenti finanziari chiamati Asset-backed security (ABS). Cerchiamo di capire cosa sono e come funzionano questi strumenti.

Che cosa è il Quantitative easing? L’operazione di politica economica della BCE chiamata Quantitative easing, è nei fatti un’iniezione di nuova liquidità nel sistema economico. La BCE potrà acquistare titoli di varia natura – azioni o titoli di Stato – sul mercato interbancario della zona Euro. La BCE pagherà questi titoli attraverso la creazione di nuova moneta (semplificando molto si può dire che la BCE “stamperà nuovi Euro”, anche se non viene fisicamente stampato nulla), moneta che le banche commerciali potranno imprestare a loro volta a consumatori e imprese. Si tratta di un intervento di politica monetaria che, tanto per utilizzare un espressione nota, porta “all’apertura dei rubinetti del credito”, fenomeno rilevante per quelle imprese che avevano magari intenzione di investire. L’immissione di nuova moneta nel sistema fa abbassare i tassi d’interesse dei prestiti, portando potenzialmente l’economia a crescere. Allo stesso tempo, con la nuova liquidità, si accetta un aumento del tasso d’inflazione, aumento che nell’area Euro dovrebbe rimanere sotto i parametri del 2%, come stabilito dai parametri di Maastricht.

Tra i titoli acquistati nell’operazione di Quantitative easing, oltre a obbligazioni e titoli di Stato, il Consiglio direttivo ha deciso di includere gli Asset-backed security (ABS). Di cosa si tratta?

Cartolarizzazione. Gli Asset-backed security (ABS) sono strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione, garantiti dagli attivi sottostanti dell’ente richiedente. Queste operazioni consistono nella trasformazione di “attività non liquide” (come i mutui) in titoli negoziabili e monetizzabili sui mercati. L’emissione dei titoli in questione avviene a opera di società specifiche, chiamate Special Purpose Vehicle (SPV). L’ente che intende monetizzare il valore delle proprie attività, trasferisce alle SPV crediti o altre attività finanziarie con un basso tasso di liquidità. In cambio la SVP emette obbligazioni, definite ABS, alle quali viene assegnata una valutazione (un rating) che costituirà il parametro di affidabilità del titolo in fase di negoziazione sui mercati. Questo parametro è deciso da enti privati (le agenzie di rating) che giudicano la qualità dei titoli sulla base dell’affidabilità stimata dell’attività sottostante. Chi si assume il rischio di detenere il titolo ABS, verrà ripagato attraverso i flussi finanziari derivanti dall’attività sottostante versati dalla banca, più un interesse. Nell’esempio dei mutui, la banca incassa le rate dei propri crediti e le versa all’SPV che pagherà gli interessi e il capitale di coloro che hanno sottoscritto i titoli ABS immessi sul mercato.

Incentivo. Le banche sono incentivate all’utilizzo della cartolarizzazione perché possono così rimuovere attività rischiose dal proprio bilancio, lasciando a un’altra istituzione la sopportazione del rischio finanziario. Questo permette di investire una parte maggiore del capitale in nuovi prestiti o altri beni, e possibilmente avere i requisiti che non sforino i criteri di Basilea. Questi criteri stabiliscono le soglie patrimoniali che le banche devono rispettare per non minare la stabilità al sistema finanziario internazionale. In questo modo la banca si libera di alcune attività non liquide, e a loro volta gli investitori sui mercati possono acquistare diverse varietà di titoli diversificando il proprio portafoglio.

Rischi. Se l’attività sottostante al titolo ABS viene a mancare (nel nostro esempio: le rate del mutuo), andrà a mancare anche il capitale e il pagamento degli interessi dei titolari di titoli ABS. Il legame che esiste tra ala solvibilità dell’attività sottostante e gli interessi ricevuti dal possessore del titolo ABS, rende chiave il ruolo delle banche nella valutazione dei propri clienti o delle proprie attività al fine di assicurare i flussi finanziari e, dall’altro, responsabilizza le agenzie di rating nell’assegnazione della valutazione dei titoli emessi dalla SPV in modo da non trarre in inganno i possibili acquirenti.

Questi strumenti possono quindi risultare rischiosi. Perché allora il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di includere i titoli ABS nel quantitative easing? La decisione della BCE ha come scopo quello di “dare respiro” alle banche, che in questo modo possono scaricare una parte delle loro attività (come i mutui) su altri soggetti pronti a prendersi il rischio della solvibilità per guadagnare un interesse percentuale. Questo permetterà loro, inoltre, di continuare ad investire e, teoricamente, di erogare credito al sistema. Per la buona riuscita di questa strategia, molto dipenderà dalla qualità dei titoli (sempre espressa in rating) che acquisterà la BCE.

Le posizioni finanziarie nei mercati sono strettamente legate tra loro tanto che è sufficiente anche il fallimento di una singola transazione o attività per innescare un effetto a catena che potrebbe coinvolgere migliaia di altre posizioni indirettamente collegate. Nei mercati internazionali una crisi sistemica porta alla necessità di dover ricollocare i titoli vendendoli sul mercato. Se questi titoli non troveranno compratori sarà come avere in mano carta senza valore. Appurata la condizione di rischio posseduta dai titoli ABS, va da sé che questi strumenti finanziari devono esser trattati con estrema cautela, e il loro uso valutato anche in base al contesto di crescita internazionale.