Skrunda-1, la città segreta dell’Urss in Lettonia

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Due giornalisti del “The Baltic Times“, Duncan Brown e Bradley Jardine, hanno fatto un giro per Skundra, una cittadina che a prima vista potrebbe sembrare una delle tante della Lettonia, se non che a pochi kilometri di distanza si può trovare Skrunda-1, definita dal The Guardian “l’esempio più rappresentativo di una città segreta abbandonata di epoca comunista”.

Nel periodo della Guerra Fredda l’Unione Sovietica ha costruito sul suo territorio qualcosa come 40 cittadelle segrete, solitamente per motivi militari. Una delle più famose è sicuramente Pripyat, cittadina posta a 3 km da Chernobyl ed evacuata in poche ore dopo il disastro nucleare del 1987. Lo stesso destino, per motivi decisamente meno drammatici, è toccato a molti altri insediamenti segreti sovietici, tra cui figura anche Skrunda-1.

Dopo anni di abbandono, aste fallimentari e degrado post-sovietico, il governo lettone si è deciso ad intervenire e ha destinato metà dell’area del complesso cittadino abbandonato, a zona militare. L’altra metà sarà data in affitto a prezzi molto bassi, con clausole di investimento.

photo by Duncan Brown
Murales con Lenin in un palazzo a Skrunda-1 / photo by Duncan Brown

Nel momento di “massimo splendore”, Skrunda-1 ospitava 5 mila abitanti, e suppliva ad un importante ruolo strategico per l’Urss. Questo luogo era infatti deputato al controllo radar “early-warning” per eventuali attacchi nucleari su territorio sovietico.

photo by Duncan Brown
Una stazione radar in disuso / photo by Duncan Brown
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Una fabbrica abbandonata / photo by Duncan Brown

Dopo il crollo dell’Urss la Russia avrebbe voluto continuare a mantenere il controllo di alcune di queste cittadine militari, compresa Skrunda-1, ma i lettoni non accettarono una presenza “capace di minare la sovranità” del nuovo Stato lettone.

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Sotto Skrunda-1 ci sono 100 acri di bunker collegati ai palazzi in superficie / photo by Duncan Brown
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Una palestra scolastica con alcuni murales di propaganda sulle pareti / photo by Duncan Brown
photo by Duncan Brown
“La vittoria inizia qui” / photo by Duncan Brown

L’ultimo abitante di questa desolante e spettrale cittadina andò via nel 1999.

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